Dal centrodestra a Matteo Renzi, fino a Giuseppe Conte. L'intesa tra il PD e Carlo Calenda finisce per ragioni diverse sotto il fuoco incrociato degli altri partiti. A cominciare dagli alleati mancati, ovvero Italia Viva e il Movimento. "Era un'occasione straordinaria per fare un terzo polo a doppia cifra", la tesi renziana in riferimento a Calenda. "Non facciamo polemica ma non possiamo stare nella stessa coalizione con chi, per cinque volte, ha votato contro Draghi". E poi affonda: "Se Luigi Di Maio, che parlava del partito di Bibbiano, finisce col candidarsi sotto il simbolo del PD, è un problema del PD". "Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda. In bocca al lupo alla nuova ammucchiata", sferza Conte, seguito dai suoi. "È nata un'accozzaglia che vede il PD insieme a Gelmini, Calenda, Bonino, Di Maio. Un minestrone con dentro tutto e il contrario di tutto, nato con un unico grande obiettivo che è quello di arraffare poltrone". Ma anche dal centrodestra piovono critiche: "L'alleanza PD-Azione", affonda Giorgia Meloni, "fa chiarezza. Finisce la storiella di Azione partito moderato". "Azione getta la maschera" gli fa eco Tajani, "è la quinta colonna del Partito Democratico e della sinistra". Una sinistra contro cui torna a parlare Silvio Berlusconi che guarda al programma di governo. "La nostra Italia sarà un'Italia che crede nel suo futuro. Avrà tasse più basse, meno vincoli burocratici, una giustizia imparziale che tutelerà i cittadini. Sarà un'Italia che si prende la cura dei più deboli e che darà un futuro certo ai nostri giovani". Nelle prossime ore i mediatori dei vari partiti del centrodestra torneranno a vedersi per affrontare la partite dei colleghi e mettere a punto un programma agile in 10 punti.























