Decreto aiuti bis, ok Camera: torna tetto stipendi manager

In un'aula della Camera quasi piena il Decreto Aiuti bis, quello da 17 miliardi in ballo da giorni in Parlamento fra il rinvii e polemiche, è stato approvato con 322 si 13 no e l'astensione di Fratelli d'Italia. Il provvedimento contiene nel testo la soppressione proposta dal Governo della deroga al tetto degli stipendi per i manager pubblici introdotta in Senato attraverso un emendamento che aveva suscitato nelle scorse ore una generale levata di scudi e soprattutto la forte irritazione del Presidente del Consiglio. Tornato quindi il tetto di 240.000 euro all'anno per i dirigenti pubblici, i partiti si concentrano sulla soddisfazione per misure ritenute quanto mai necessarie per famiglie e imprese e comunque rilanciano la necessità di un impegno europeo. "Il nostro Paese rischia, per colpa di questa situazione internazionale, di entrare in una pericolosa spirale di recessione. Tutti insieme noi qui abbiamo una grande responsabilità. Abbiamo la responsabilità di far di tutto per evitare che il nostro Paese entri in recessione. Per fare questo c'è bisogno di un impegno italiano e c'è bisogno di un impegno europeo." "E allora noi a Draghi dicevamo, ma chi se non il Presidente Draghi può andare in Europa a fermare le speculazioni della borsa di Amsterdam. Perché queste speculazioni, e dobbiamo essere coscienti, vedranno aumentare le spese in sanità e nella scuola di 15-16 miliardi, ma non perché aumentiamo gli stipendi agli infermieri o perché aumentiamo gli stipendi ai professori o aumentiamo gli organici. Li vedremo aumentare perché vanno riscaldate le scuole e gli ospedali. 15-16 miliardi, con i soldi di cui si arricchiscono gli speculatori ad Amsterdam." Via libera di Montecitorio anche all'aggiustamento di bilancio da oltre 6 miliardi che serve per il prossimo decreto aiuti, il ter, da circa 13 miliardi atteso nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio dei Ministri.