Il 25 settembre è la prima volta che si va al voto dopo la riforma costituzionale con la riduzione dei parlamentari e dunque le novità in arrivo sono significative; alla Camera bisognerà eleggere 400 deputati anziché 630, al Senato 200 senatori anziché 315 e questo ha portato alla modifica della ripartizione dei seggi alla camera 147 in collegi uninominali, 245 in circoscrizioni proporzionali, 8 eletti all'estero, al Senato 74 uninominali, 122 proporzionali, 4 all'estero. Altra modifica introdotta: la parificazione del corpo elettorale per età quindi compiuti 18 anni si potrà votare sia per la camera che per il Senato; due schede per l'elettore una per il Senato e l'altra per la Camera, ogni scheda avrà un candidato per il collegio uninominale e una lista corta di candidati per la parte proporzionale, se si mette un segno sul candidato il voto sarà automaticamente conteggiato proporzionalmente anche sui partiti della coalizione, se si fa in la croce su un simbolo della lista, il voto sarà trascinato anche sul candidato uninominale collegato; quindi non è possibile il voto disgiunto. Ogni lista singola ha uno sbarramento del 3% su base nazionale, le coalizioni invece del 10%, ma se al loro interno ci sono liste che hanno preso tra l' 1 e il 3% quei voti si riversano pro quota sulle altre liste coalizzate che hanno superato il 3% e anche per questo che risulta conveniente formare coalizioni. Coalizioni che se si formano devono essere le stesse su tutto il territorio nazionale, importante notare che comunque ogni partito mantiene un suo programma distinto e un suo capo politico, non c'è nessun obbligo di questo tipo a livello di coalizione. Quindi in teoria non c'è un simbolo, un leader comune ma solo candidati uninominali comuni, ci si può candidare in un solo collegio uninominale e al massimo in 5 proporzionali. Se si vince il collegio uninominale Il seggio scatta automaticamente, se si viene eletti nel proporzionale si ottiene il seggio invece dove la lista è andata peggio.























