E allora andiamo a vedere la nostra corsa al Colle che ha finalmente un punto fermo, lo ha ammesso il Presidente della Camera Roberto Fico, il 4 di gennaio sarà inviata la lettera e sapremo la data di convocazione del Parlamento. Di Quirinale hanno parlato insieme Conte e Letta. Conte a dire che non esclude un'iniziativa comune con il Partito Democratico, una figura di alto profilo morale. Rischia di essere schiacciato dall'alleato, che numericamente è sicuramente più importante, il Partito Democratico, Letta invoca un candidato istituzionale e dice che il modello Leone sarebbe una grave ferita istituzionale. Per ora il centrodestra ha i numeri e i numeri si chiamano e i girano intorno al nome di Silvio Berlusconi, dice Giorgia Meloni che è un'ipotesi che sicuramente prendono in considerazione e dunque, a guardare il centrodestra, la freccia del cavaliere va verso l'alto ma sono arrivati i primi altolà fermi. Quelli di Andrea Orlando dal Partito Democratico, non lo voteremo, io non lo voterò mai, e a seguire anche quello di Conte, chiaro esplicito il Movimento 5 Stelle, mai lo voterà. La freccia di Silvio Berlusconi torna verso il basso. Giorgia Meloni però dice il nome, quello evocato da tutti, Mario Draghi, il convitato di pietra lo chiama, non ha ancora detto quali sono le sue aspirazioni, certo è che mandare Draghi al Quirinale è un rischio per il Governo. Tutti, dice Letta, che prova di nuovo a fare da pompiere, dovrebbero rinfoderare le baionette e tutto ciò che c'è di contundente tra le forze politiche, altrimenti il rischio evidente e palese a tutti è che non si possa realizzare quello che è l'auspicio del Presidente della Camera. E chiudiamo dove abbiamo iniziato, cosa ha detto Roberto Fico, e bene che pensa che la legislatura debba proseguire fino al 2023, in questo momento di emergenza l'Italia non si può permettere la campagna elettorale.























