Fisco e Giustizia, le spine del premier Draghi

La pandemia e poi la guerra, no non c'è tempo per una crisi di Governo, afferma Matteo Salvini, ma la maggioranza intanto si sfalda, giorno dopo giorno, su fisco e giustizia. Lega e Forza Italia si siederanno tra poco di fronte a Draghi. Non c'è nessun passo indietro di fronte alla riforma del fisco su cui il Presidente del Consiglio assicurare che non ci sarà aumento delle tasse e pensa anche al voto di fiducia, un'opzione, questa, che Antonio Tajani consiglia al Premier vivamente di evitare: "lo credo che né sulla questione giustizia, né sulla questione fisco, si debba mettere la fiducia, senza prima un accordo tra i partiti di maggioranza." "Il passaggio al sistema duale, significa eliminare tutte le aliquote marginali, quindi la tassazione sui BOT al 12,5%, le cedolari sugli affitti, la stessa Flat Tax al 15% o al 5% per le nuove aziende. Non è il momento di ipotizzare aumenti di tasse, soprattutto su un bene che per gli italiani è sacro: come la casa." Il Partito Democratico accusa il centro-destra di ragionare in modalità propaganda elettorale: "La Destra continua a fare propaganda politica e dice no, a tutte le riforme, ha preso in ostaggio la riforma fiscale. Il Partito Democratico insiste nel difendere la modernizzazione del fisco e garantisce che non aumenterà nessuna imposta." Ma anche sulla giustizia, il Governo Draghi perde pezzi di sostegno. Italia Viva di Matteo Renzi, ha detto che non voterà la riforma Cartabia così come presentata. E visto che i nodi non si sciolgono, la seduta no-stop prevista alla Camera, si ferma a mezzanotte. Una riunione del Consiglio dei Ministri si terrà nelle prossime ore, sul tavolo ci sarà, come confermano fonti di Governo, il nuovo decreto per facilitare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in un passaggio che di facile, per Draghi e la sua maggioranza, ha ben poco.