Capricorno, madre siciliana, padre sardo, romana per nascita, nel '77 nella capitale. Vissuta in un quartiere storico popolare di sinistra, la Garbatella, Giorgia Meloni delle sue radici, anche legate a difficoltà, ha sempre fatto motivo d'orgoglio. L'essere cresciuta senza padre, mai perdonato per avere abbandonato lei e la famiglia quando era ragazzina, i problemi economici, i piccoli lavori per sbarcare il lunario e i legami fortissimi con madre e sorella, resto della famiglia. Unica donna in Italia a capo di un partito peraltro quello giudicato più conservatore e di conseguenza dai detrattori anche più maschilista. Un partito creato da lei con Ignazio La Russa e Guido Crosetto quando nel 2012 lasciò il PdL in disaccordo con Berlusconi contrario alle primarie di centrodestra. La corsa al successo parte tutta in salita, da lì, da un piccolo 1,96% raggranellato alle politiche che consegna a Fratelli d'Italia appena nove senatori. Passa per le europee 2014 quando non raggiunge il quorum del 4%, arriva poi al 4,3% alle politiche del 2018, quattro anni fa. Ma la strada comincia da molto prima, dall'impegno politico fin da ragazzina partendo dal Fronte della Gioventù per diventare nel 2000 dirigente di Azione Giovani con Gianfranco Fini, allora leader di Alleanza Nazionale. Nel 2008 col governo Berlusconi diventa Ministro per la gioventù, il più giovane titolare di dicastero nella storia repubblicana. Nel 2016 la candidatura a sindaco di Roma, alternativa al resto del centrodestra. Tentativo fallito ma con dati per lei incoraggianti. Ogni anno mantiene l'appuntamento con Atreju, manifestazione della destra giovanile. Ci sono gli interventi ai Family Day, innumerevoli flash mob su temi ritenuti importanti come la famiglia, il no al Mes, alla gestione Covid del governo Conte. Anni all'opposizione anche con Draghi, unico partito di centrodestra a dire no al governo di unità nazionale. Anni di meme e tormentoni come "io sono Giorgia", arrivato dopo un suo comizio nel 2019. Nel frattempo una famiglia e una figlia, senza vincolo matrimoniale, col compagno che ora ringrazia dal palco per il supporto. Anni in cui rivendica una coerenza che in gran parte le viene riconosciuta anche degli avversari. Mesi questi ultimi però di preoccupazione internazionale crescente esibita nei suoi confronti per i rapporti col premier ungherese Orban, per esempio difeso fino a ridosso del voto, per i legami e gli interventi nei comizi della destra di Vox in Spagna, per non avere rinnegato la fiamma nel simbolo del suo partito. Lei è sicura da tempo: "Noi siamo conservatori ma democratici", e oggi possibile prima donna Presidente del Consiglio nella storia d'Italia dice: "Se saremo chiamati a governare lo faremo per tutti".