Ed eccoci, allora andiamo a vedere quali sono gli appuntamenti più a rischio per l'Esecutivo. E poi ancora facciamo qualche ipotesi e su quello che potrebbe o non potrebbe accadere. Le date da segnare in rosso sul calendario, le guardiamo insieme, lunedì 11 alla Camera c'è il voto finale sul Decreto Aiuti, il Movimento 5 Stelle può scegliere anche di non votare, visto che la fiducia è già stata approvata. Poi, il giorno dopo, martedì 12 inizia l'esame del Decreto Aiuti al Senato. Questa volta va approvato entro il 16, pena la decadenza del testo. Andiamo a vedere quali sono i numeri. I numeri alla Camera sono questi: il totale dei Deputati son 630, escludendo il Movimento 5 Stelle, che adesso è a 105 deputati, la Maggioranza comunque ci sarebbe, come vedete sono 403 quelli pronti a votare il testo nella voto finale. Al Senato invece, andiamo a vedere anche al Senato, dove i Senatori sono 321, sempre senza il Movimento 5 Stelle che ha 62 Senatori dopo la scissione di Luigi Di Maio, la Maggioranza comunque sarebbe fatta da 186 Senatori. L'impatto politico della scelta di non votare o di votare contro, ovviamente c'è tutta. Che cosa succederebbe se il Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, decidesse di strappare con Draghi: si dice che ci siano almeno 15-20 parlamentari pronti, in realtà, a restare a pieno sostegno del Governo e dunque organici alla Maggioranza. Vediamo qualche nome: Berti, Cattoi, lo hanno detto pubblicamente, Davide Crippa, che è un nome importante è il Capogruppo del Movimento 5 Stelle e poi ancora Fabiana Dadone, che è Ministro e avrebbe il nodo forse di non riuscire più a sedere però al tavolo di Governo, perché sarebbe l'ennesimo ministro passato, si dice, con Luigi Di Maio e non più con il Movimento 5 Stelle. Sul Movimento aleggia l'area degli ex e non solo ex. Partiamo dall'ex di lusso che è Alessandro Di Battista. All'indomani dell'incontro tra Draghi e Conte ha detto, il Movimento 5 Stelle anche oggi, esce domani. Se davvero uscisse, forse un riavvicinamento sarebbe possibile. E poi ancora l'altro nome sicuramente di lusso, è quello di Virginia Raggi. Virginia Raggi, l'ex-Sindaca di Roma, si dice vorrebbe candidarsi, per lei dovrebbe arrivare la deroga al secondo mandato che però Beppe Grillo vorrebbe mantenere come una regola fissa. Avvicinarsi a Luigi Di Maio sembra un po' più complicato, visto che a posizioni sicuramente più "barricadere" l'ex-Sindaca. E infine abbiamo il Presidente della Camera, Roberto Fico, come dire, un esponente del Movimento 5 Stelle, rimasto con Conte e che a quel punto si troverebbe in grosse difficoltà. Il Governo Draghi è nato grazie, in particolare alla sua mediazione, ha un ottimo rapporto, non solo con il Presidente del Consiglio ma anche con il Presidente della Repubblica: a pensare che rimanga dentro un Movimento che ha deciso di strappare, è davvero complicato.























