“Cambiare la nuova legge elettorale si può”. È da giorni che il Premier lo va ripetendo, ma adesso Matteo Renzi fa un passo avanti circostanziando questa disponibilità. Innanzitutto sarà il PD a prendere l’iniziativa, cioè a presentare una proposta che corregga l’Italicum; un annuncio che risponde alla sollecitazione arrivata dalla minoranza del partito, finora scettica sulle aperture del Capo del Governo. Renzi indica anche una delle possibili modifiche: il sistema dei capilista bloccati. “Non piace nemmeno a me ed è una delle cose che vorrei cambiare”. “Un altro importante capitolo che potrebbe essere riscritto è quello del premio di maggioranza, da attribuire non più alla lista, ma alla coalizione” è quanto prospetta il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Dal Governo arrivano ora segnali concreti e la prossima direzione del partito, che dovrebbe essere convocata a metà ottobre, potrebbe tentare la sintesi con le richieste avanzate dalla minoranza. L’obiettivo è ricompattare il PD e portarlo, unito, dalla parte del sì al referendum sulla riforma costituzionale. “Ci sono due mesi di tempo anche per correggere gli errori compiuti all’inizio, pure dallo stesso Renzi” evidenzia il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, errori come la personalizzazione del voto, che hanno favorito il fronte che contrasta il testo Boschi. Secondo Napolitano, la riforma restituirà dignità al Parlamento. Sono parole che non piacciono alle opposizioni. Il costituzionalista, Gustavo zagrebelsky, capofila del fronte del no e protagonista ieri di un acceso confronto con il Premier, vede, al contrario, il rischio che si passi da una democrazia a una oligarchia.