Delle tante strade future e possibili al PD ne sono rimaste due, forse, al netto del pur stimabile sforzo di tracciare un percorso con il coinvolgimento della cosiddetta base, che è un tratto distintivo di tutta la segreteria Letta, e che forse meritava miglior risultato; tutti sanno che di questi tempi il futuro è nella persona che è stata eletta segretario. Anche se il PD continua a fare delle sue radici, antiche e diverse, una sorta di confine dove inscrivere la linea politica del leader; il leader è, sarà decisivo. Allora due strade, due candidati: Stefano Bonaccini, Eli Schlein. Uno già dichiarato e l'altra in attesa; non potrebbero essere più diversi. Fossero loro sarebbe un bene per il PD vorrebbe dire che chiunque vinca muoverà decisamente verso una direzione precisa; proviamo a seguire le strade, proviamo a chiamarle La buona amministrazione e la Visione. Il salto di Bonacini verso la politica nazionale è il salto di chi è forte di una positiva e lunga esperienza di amministrazione locale, un'esperienza il più delle volte includente, plurale, direi poco identitaria, come si dice oggi, se non nel corpo del capo, cioè lui: assai caratterizzato, riconoscibile, sperimentato e catalizzatore di consensi anche di chi, inevitabilmente, sposa la sua filosofia. La rete degli amministratori locali del PD ampie e ancora di un certo successo; pensano, come lui, che se il PD ha fallito è perché non ha portato le buone pratiche locali alla ribalta nazionale; si tratta di valorizzare, tutto sommato, quello che già c'è e che Bonacini può farlo e avrà successo. La Schlein ci si aspetta proponga il contrario; lavorare su ciò che non c'è e valorizzarlo all'interno di un filone identitario, se ancora si può dire, ideologico: Lavoro, Diritti, Genere, un pacifismo che si può definire Atlantico e che non vuole essere minoritario. Definirsi prima e poi proporsi, disegnarsi con tratti decisi prima di essere prudenti e plurali. I potenziali sostenitori, infatti, sono ancora timidi se sembra un percorso simile a quello di qualcun altro mi azzardo a suggerire quello di un'altra donna, di parte opposta, e che oggi fa il Presidente del Consiglio. La differenza, una differenza, è nei numeri; Giorgia Meloni è partita dal due% Ely Schlein partirebbe dal 18; ha da perdere e da far perdere molto di più. La guida sarà aggiornata nelle prossime ore, a presto.