Mentre alla Camera si menano, letteralmente e senza alcuna iperbole, Giorgia Meloni pronuncia al G7 in Puglia parole da incorniciare, al tempo stesso un programma e un auspicio. Queste, il G7 non è una fortezza chiusa, siamo aperti al mondo. Da una parte sangue ed escrementi, Rino Formica la diceva più efficace, ma qui siamo in televisione, dall'altra la politica alta, che purtroppo solo a parole trova la sua migliore espressione e comunque sono già qualcosa, le parole, specie se le azioni sono quelle che si vedono alla Camera, davanti alle sedie del governo. La bagarre durante il G7, dice il Presidente del Senato, è un suicidio. Al Ministro Lollobrigida pare strano il timing. Dalla giustizia a orologeria alle botte a orologeria la distanza sembra notevole, ma tutto succede in Italia. Certo le opposizioni sono in qualche modo corroborate dal voto europeo. Ma sono i perdenti, la bandiera alle spalle di Calderoli voleva metterla un 5 Stelle tanto per dire, noi ci siamo e siamo sempre noi. E però poi le botte o l'intenzione o la minaccia arrivano dalla maggioranza e dalla Lega in particolare. Salvini ha interesse a oscurare il G7 dove siedono il bombarolo Macron e l'odiato Scholtz specie dagli amici tedeschi AFD? E per non dire di Joe Biden, arcinemico dell'amico Trump. E poi a Borgo Egnazia i più ricchi del mondo hanno deciso che le rendite russe allocate nei loro paesi finanzieranno la resistenza ucraina. Per Giorgia Meloni sono altre gemme in un curriculum, soprattutto internazionale, già ricco al di sopra di ogni aspettativa. Il G7 potrebbe riconsegnarla, soprattutto alla ribalta europea, con una fama di grande mediatrice che forse non fa piacere a chi ha promesso rivoluzioni a Bruxelles. È un malpensiero, ma sono in molti a farlo. Qualcuno diceva che raramente è sbagliato.