Sono i giorni della prova del partito che non voleva essere tale e che pare invece scivolare verso le liturgie dei congressi al veleno, perché gli stati generali del movimento 5 stelle partono con una giornata di lavoro che poi tutti rivendicano come intensa e proficua, ma che inizia con la miccia accesa da Davide Casaleggio, 305 delegati stanno affrontando i nodi chiamati a dare nuova forma al movimento dal vincolo del doppio mandato al rapporto con Rousseau, la gestione collegiale o meno quando arriva lo schiaffo del figlio del fondatore, che spiega di aver scelto di non partecipare perché ogni decisione sembra già presa e per paradosso, accusa, si rischia che a scrivere le regole siano coloro che per primi non le rispettano. Parole a cui si accompagna la richiesta di rendere noti i voti ricevuti dai 30 relatori che interverranno nel pomeriggio della seconda giornata. Tra questi ci sono i big Di Maio, Fico e soprattutto quell'Alessandro Di Battista, che nell'ultimo periodo ha consolidato l'asse con il figlio del fondatore, ha usato toni durissimi verso l'attuale gestione e soprattutto pare certo che sul Rousseau lo abbiano votato in massa, dando dunque una chiara indicazione, un clima da fratelli coltelli che prova a frenare Roberto Fico, ricordando come le regole siano state condivise e che gli stati generali sono, parole sue, il momento per volare alto e non per fare prove muscolari. Nessuna decisione è già presa, questo è un percorso per unire ripete ancora Vito Crimi che dice la sua anche sulla questione delle preferenze. Credo che oggi i nostri iscritti più che conoscere quanti voti ha preso chi e quando, abbiano forse bisogno di risposte. E vorrei anche ricordare che non è la prima volta che questo accade, ogni qualvolta abbiamo avuto un percorso, un processo che non si conclude con quella votazione, noi abbiamo congelato l'esposizione dei dei voti, della preferenza. Tutti sapevano che levo i voti e le preferenze ricevute da tutti sarebbero state rese pubblica dopo che c'è il cambio della governance, della guida del Movimento 5 Stelle. L'attesa ora è per l'intervento del premier Conte, certo, ma ancora di più per sentire dalla viva voce dei protagonisti e leader da sempre Di Maio, Di Battista e appunto Fico, come tenere insieme il movimento e costruire un percorso che gli consenta di avere un futuro.