Il teatro è quello di Genova. A poca distanza l'una dall'altra per la chiusura della campagna elettorale delle Regionali in Liguria, Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Sul palco, sui palchi, tutti i leader dei partiti di maggioranza e opposizione. I temi sono tanti e non solo, appunto, quelli locali. Si va dalla Manovra, e con essa la Sanità, l'immigrazione e quei centri di permanenza e rimpatrio in Albania che tanto hanno fatto discutere, al caso Ministero della Cultura. Volano anche parole grosse, accuse grosse. Sui migranti, la Premier rivendica. "È una soluzione nuova, nel pieno rispetto del diritto internazionale, che secondo me potrebbe aprire un'epoca completamente nuova nel governo dei flussi migratori. Lo so io, lo sanno in Europa e voglio dire che vi garantisco che supereremo tutti quegli ostacoli, che il protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte". Ma è sulla Sanità che la leader DEM ribatte. "Noi difenderemo la Sanità pubblica dalle vostre privatizzazioni e dai vostri tagli, che non avete neanche il coraggio di ammettere. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che noi non sappiamo fare i conti. Lei sono giorni che dà i numeri sulla Sanità pubblica, e mente sapendo di mentire". I leader si concentrano innanzitutto sulla coesione delle proprie coalizioni. "Provano a dividerci. Ciò che accade al singolo accade a tutti. Ma noi non dobbiamo mai sfilacciarci", dice il numero uno del Carroccio Salvini. Mentre da Forza Italia, l'altro Vicepremier insiste sui tagli alle tasse: "Faremo di tutto, la Manovra può essere migliorata se il Concordato Fiscale andasse bene", dice. Mentre altro duro scontro a distanza è quello tra la Premier e Conte. "Ci vuole una faccia di marmo di Carrara per sostenere che si sarebbe dovuto fare di più sulle pensioni minime", le parole utilizzate da Meloni per controbattere alle critiche del presidente pentastellato sugli aumenti degli assegni. "Faccia da bugiarda seriale nel parlare solo dei costi e non dei ritorni del superbonus sull'occupazione e sulla crescita. È una Premier taglia e fuggi", la controreplica di Conte. Le campagne elettorali, si sa, portano con se un furore competitivo, ma le questioni sul tavolo restano aperte e preannunciano battaglia futura.