"Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica". Le parole di Giorgia Meloni arrivano il giorno dopo la sentenza de L'Aja, mentre tutto l'Occidente si interroga sulla reale attuazione dei mandati d'arresto per il Premier israeliano Netanyahu, il suo ex Ministro della Difesa Gallant e per il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif. Per la Premier la questione sarà dunque cruciale al G7 esteri in programma da lunedì prossimo, come già anticipato anche dal Vicepremier Antonio Tajani, che intanto commenta anche il ferimento di 4 militari italiani a Shama, in forza all'UNIFIL, accusando Hezbollah dell'esplosione. "Sono forze di pace, non sono forze di guerra. Ma proprio per questo motivo nessuno deve toccarli". Sulla sentenza de L'Aja Tajani appare prudente e comunque distante da quanto affermato invece dal Vicepremier Matteo Salvini. "Io conto di incontrare presto esponenti del Governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto". Parole queste che infiammano lo scontro politico, con il Verde Bonelli che accusa Salvini di non curarsi del sangue, del dolore e delle vite umane perse a Gaza. "Non si può acclamare quando la Corte Penale chiede l'arresto di Putin, non si può dire invece che è un atto antisemita se chiede l'arresto di Netanyahu che ha ucciso 40.000 civili e raso al suolo Gaza". Intanto anche Giorgia Meloni torna a condannare come inaccettabili gli attacchi contro la base di Shama, mentre il Ministro della Difesa Guido Crosetto annuncia di aver chiesto che l'ONU si spenda per allontanare i conflitti dalle basi dell'UNIFIL, sollecitando anche un esame approfondito dei rischi della missione. E dal PD anche Elly Schlein bolla gli attacchi come intollerabili atti criminali. Ma chiede inoltre che il Governo riferisca sulle iniziative che si stanno adottando per il cessate il fuoco, condizione che definisce imprescindibile per garantire alla missione in Libano la piena sicurezza.