È un doppio fronte che va da nord a sud quello aperto dal Governo per rintuzzare lo sbarco dei migranti e ribadire la linea senza sconti per chi bussa alle nostre porte. A scagliarsi contro Berlino torna il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che aveva già tuonato contro l'annuncio del Governo tedesco di finanziare alcune ONG impegnate nel salvataggio nel Mediterraneo. Il titolare della Difesa usa il sarcasmo per attaccare il cancelliere tedesco Scholz, che ha predisposto controlli aggiuntivi alla frontiera con l'Austria, la Svizzera e la Repubblica Ceca. "Si cerca di bloccare l'immigrazione in una parte d'Europa e se ne agevola il trasporto in un'altra. Coerente e geniale.", ironizza. In Sicilia il pugno duro governativo inaugurato dal decreto Cutro contro gli scafisti e i migranti va a sbattere contro i magistrati catanesi e riattizza lo sconto tra toghe e l'esecutivo su un dossier caldissimo come quello degli sbarchi. A fare da detonatore, la decisione dei giudici etnei di far uscire dal centro di Pozzallo tre tunisini provenienti dai così dai cosiddetti paesi sicuri, che sono in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata e la controversa cauzione di 5.000 euro per non perdere la libertà. Un liberi tutti che mette in dubbio l'impianto del decreto Cutro, con cui il Governo ha voluto dare un segnale di inasprimento delle misure. Per le toghe di Catania il provvedimento è in rotta di collisione con la normativa dell'Unione Europea e non aderisce ai principi costituzionali. Valutazione che cozza con l'annunciata intenzione dell'esecutivo di costruire i centri di permanenza per i rimpatri dove trattenere i richiedenti asilo guardati a vista dalla Polizia. Intanto il Ministro dell'Interno tunisino ammonisce, la Tunisia non può in nessun caso fungere da guardia di frontiera per altri Paesi e le ONG stanno manipolando la questione migratoria per gli interessi degli europei. La liberazione dei tre migranti torna ad alimentare la guerra tra la maggioranza e i giudici, con il Viminale che ha annunciato di volere impugnare la decisione del tribunale. Serve una profonda riforma della giustizia, incalza il leader della Lega Matteo Salvini. Ribatte l'Associazione Nazionale Magistrati, è fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di Governo e questo non deve essere vissuto come un'interferenza. Questa è la democrazia.