Tornare tra la gente e saper ascoltare. È più popolare e non populista il Partito Democratico che ho in mente, dice Stefano Bonaccini. Da Campogalliano 8.000 abitanti alle porte di Modena dove è nato e ancora vive, qui a 23 anni il primo incarico assessore, l'annuncio più importante della sua carriera. "Ho deciso di candidarmi a segretario del Partito Democratico." In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi, persino chi non è mai stato nostro elettore. Mi ha fatto piacere ma avverto il peso e la responsabilità di questa scelta. "Se come credo in gioco per la prima volta da quando il PD è nato, c'è la vita stessa del nostro partito e non la mia candidatura o il mio destino personale, di quello chi se ne frega, allora ne vale senz'altro la pena comunque andrà." Non basterà il congresso, ci aspetta una traversata nel deserto per portare il PD a vincere di nuovo. Non possiamo lasciare la sinistra ai 5 Stelle. Mi è abbastanza chiaro che non avrò il sostegno di molti dirigenti nazionali del partito, afferma Bonaccini, le correnti elemento divisivo di fedeltà e non di merito. "Credo che questa corrente abbia fatto il loro tempo perché sono diventate più la difesa di una possibile classe dirigente al mio parere selezionata più per fedeltà che per altre che per altre qualità." Infine la precisazione. Continuerò a fare il presidente dell'Emilia-Romagna fino alla fine del mio mandato. Rispetterò il patto con gli elettori.























