Pochi giorni e poi calerà l'ultimo silenzio elettorale. Le urne sceglieranno il sindaco della capitale, tra Enrico Michetti, candidato del centrodestra, e Roberto Gualtieri, sostenuto dal centrosinistra. Loro, intanto, hanno già avuto un confronto con la sindaca uscente Virginia Raggi. La scorsa settimana era stato Michetti a salire in Campidoglio. Nelle ultime ore è stata la volta dell'ex ministro dell'economia. Un faccia a faccia particolarmente lungo, in cui i due sono scesi nel dettaglio delle sfide che attendono la capitale, dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al Giubileo sino ad Expo. Convitato di pietra, con Gualtieri come come Michetti, quel 19% di voti raccolti da Raggi al primo turno e che lei ribadisce di non voler orientare. Anche se, rispetto all'intesa tra i 5 stelle e i Dem, a una sottolineatura quantomeno puntuta. A livello nazionale quell'accordo c'è, dice, ma a Roma io sarò all'opposizione in modo coerente e trasparente. Parole che non vanno proprio nella direzione indicata da un pezzo dei 5 Stelle sostenuta, sebbene con discrezione, da Giuseppe Conte, che ha più volte ripetuto che mai il movimento si schiererà a sostegno di una giunta di centrodestra. Certo, nel mirino degli sfidanti ci sono anche i voti di Calenda. Lui ha scelto Gualtieri, al quale ha chiesto però di non mettere in giunta esponenti del mondo 5 stelle. Ma Michetti si dice certo che almeno l'8% delle preferenze andate ad Azione possono convergere su lui, facendo dunque la differenza. Incassata la promessa di collaborazione da parte di Bertolaso, in queste ore Michetti ha rallentato la campagna elettorale per una lieve influenza, che però non gli ha impedito di andare a portare la propria solidarietà alla CGIL e a Landini dopo le devastazioni romane, chiudendo le polemiche sulla Shoah, scatenate da sue vecchie esternazioni.