Referendum, 35 italiani votano in Antartide

Il più remoto angolo di mondo, il più distante dall’Italia eppure anche qui il pensiero corre alle urne. Siamo nelle basi italiane in Antartide, Zucchelli sulla costa, Concordia sul plateau antartico e Talos Dome nella traversa mobile, il luogo del prossimo carotaggio glaciale. Qui vivono 8 dei 35 ricercatori e logistici italiani del programma nazionale di ricerca in Antartide. Cittadini italiani prima che ricercatori, per i quali il governo e il CNR finanziano un periodo di lavoro a 15 mila chilometri da casa. Anche per loro, che risiedono all’estero da oltre tre mesi, c’è la possibilità di votare per il prossimo referendum. “Le schede ci sono state consegnate nella cucina perché qui l’ambiente è molto piccolo, viviamo in otto, praticamente dentro due container e poi siamo andati a votare nella nostra cosiddetta aula privata che è un po’ il bagno, in realtà dove la sera la gente si ritira per telefonare; però oggi l’abbiamo adoperata come cabina elettorale. Sicuramente è una cosa un po’ particolare riuscire a esprimere la propria opinione anche in un luogo così disagiato.” Una volta effettuato il voto le schede sono tornate alla base, in questo caso da Zucchelli, a Terra Nova, nella baia di Ross e grazie al servizio postale tra l’Antartide e la Nuova Zelanda sono tornate al paese che formalmente accoglie la residenza temporanea dei nostri ricercatori, l’Antartide infatti è terra di nessuno. “Siamo andati ieri alla stazione di Concordia, che è una stazione remota, nel plateau antartico a raccogliere le schede elettorali già votate e due le abbiamo dovute consegnare addirittura su una traversa mobile, sul plateau Antartico e le rimanenti sono qui nella stazione Mario Zucchelli”.