Più che un campo largo, ora, è un campo minato. La dinamica delle dimissioni di Draghi, infatti, ha fatto saltare in aria il progetto di Enrico Letta e Giuseppe Conte. Letta pubblica una storia su Instagram eloquente, parlando di tradimento e alza un muro, il PD da una parte, dall'altra chi ha mandato a casa Draghi. Non è stato tradito soltanto il governo Draghi, sono stati traditi gli italiani che aspettano il salario minimo, aiuti contro il caro bollette, il taglio del cuneo fiscale. Noi ripartiamo da qua, per costruire un'agenda che parli al Paese e sappia risolvere concretamente i problemi degli italiani". Un vero terremoto, a poche ore dalle primarie congiunte in Sicilia, ormai parteciperemo attacca Giuseppe Conte, che sottolinea l'arroganza dei DEM e poi intima, no alla politica dei due forni, quel che vale a Roma vale anche a Palermo. La situazione è davvero sul punto di precipitare, anche se Orlando, dal PD, chiede al partito di caratterizzarsi per le sue proposte, non sulle alleanze e Speranza, Articolo Uno, cerca uno spiraglio, è vero dice, il Movimento ha fatto un errore grave, ma il nostro avversario rimane la destra, contro la quale, dice Luigi Di Maio, si sta delineando un'area di unità nazionale. "Al di là dei nomi, quello che si va definendo a livello nazionale è sicuramente un'area di unità nazionale che si contrappone a chi ha fatto cadere questo governo, si contrappone sicuramente a Conte e a Salvini, ma si contrappone pure a una destra, che in questo momento, ha scommesso per far cadere questo governo". È in quest'aria Draghi che potrebbero confluire anche i fuoriusciti di Forza Italia e poi Italia Viva, che con Renzi lancia il polo del buonsenso aperto a tutti. Chi invece pensa ad andare da solo è Azione di Carlo Calenda, che accoglie Cangini da Forza Italia e altri potrebbero arrivare e giudica lo schema del tutti contro la destra vecchio e la formula inefficace. Insomma si naviga a vista nella sinistra e al centro, tra veti incrociati e senza una vera bussola politica, rimane solo l'agenda di Mario Draghi e per ora non è abbastanza.























