Se la Francia riconosce lo Stato di Palestina, il governo italiano resta sulla sua linea: quella dei due popoli in due stati. Quindi bene parlare di un prossimo Stato palestinese, ma solo se allo stesso tempo i palestinesi riconosceranno lo Stato di Israele e il suo diritto a esistere. "Dobbiamo arrivare immediatamente a un cessate il fuoco che porti, certo, al riconoscimento dello Stato palestinese, ma il riconoscimento dello Stato palestinese deve avvenire in contemporanea al riconoscimento da parte del nuovo Stato palestinese, di Israele. Perché uno Stato palestinese che non riconosca Israele significa non risolvere il problema". "Riconoscimento dello Stato palestinese? Prima, il rilascio di tutti gli ostaggi e lo scioglimento di Hamas", scrive la Lega in una nota. Dal PD, il cui segretario Elly Schlein invita l'Italia a seguire la decisione francese, il responsabile esteri Provenzano aveva già definito "inaccettabili" le parole di Tajani. Mentre dai 5 Stelle Giuseppe Conte torna ad attaccare il governo perché non sospende il memorandum d'intesa militare con Israele, critiche condivise da Alleanza Verdi e Sinistra. "E' una buona notizia il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia. E' una brutta notizia che l'Italia non lo fa. Nemmeno di fronte all'orrore delle migliaia di morti di persone che chiedono cibo e acqua, l'Italia decide ad esempio di revocare l'accordo di cooperazione militare con Israele". L'argomento è tema anche delle risposte ai giornalisti nella tradizionale Cerimonia del Ventaglio per i saluti estivi alla Camera. Il Presidente Fontana non esclude a priori che l'Italia possa riconoscere uno Stato di Palestina, ma non nasconde dubbi e perplessità. "Non mi vede particolarmente contrario alla cosa, sempre che ovviamente sia per legittimare un'autorità, che non è ovviamente Hamas, e ci mancherebbe altro. C'è un problema di continuità territoriale perché sappiamo che la situazione è molto particolare". .























