Verso il voto, scoppia il caso Medvedev

Il primo a rispondere a Luigi Di Maio lo fa come capo politico di Impegno Civico, ma anche nella posizione istituzionale che occupa essendo ancora il Ministro degli Esteri in carica. É davvero preoccupante l'ingerenza del Governo russo nelle elezioni italiane spiega, aggiungendo che Medvedev interviene nuovamente a gamba tesa su questioni di politica interna dando anche un'indicazione di voto. Di certo le parole di Dmitry Medvedev, ex presidente ed ex premier russo, non rappresentano un esempio di dialogo diplomatico tra nazioni. Alle urne vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche chiamarli a renderne conto, punendoli per la loro evidente stupidità, scrive Medvedev sui social. Parole che già stridono con il fatto che a pronunciarle sia un esponente istituzionale di un paese come la Russia che non brilla in quanto a democrazia e a libere elezioni, ma che evidentemente raggiungono lo scopo di far scoppiare il caso nella campagna elettorale italiana. Il Pd sollecita l'intero arco parlamentare a prendere le distanze partendo da quella che definisce una destra sempre più ambigua sul tema. A rispondergli il presidente del Copasir e senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso che definisce grottesca la dichiarazione di Medvedev, ricordando come proprio il Copasir abbia da tempo denunciato il rischio di ingerenze straniere nelle democrazie occidentali. Ed anche per Mara Carfagna, transitata da Forza Italia ad Azione di Calenda, la condanna è netta: l'invito di Medvedev perché gli elettori puniscano i loro governi è più ridicolo che tragico: quello di un autocrate che per compiacere il suo capo mostra muscoli che non possiede.