Quella che si aprirà a Milano il prossimo 22 Settembre sarà una Settimana della Moda verso la normalità. Una normalità con tutte le dovute precauzioni, come il rispetto di ferree regole di comportamento anti-Covid, ma molto vicina a come ce la ricordavamo, perché le energie e la voglia di ricominciare è tanta, e lo si vede dal numero dei brand che presenteranno le proprie creazioni. Chi in digitale, chi in fisico, chi in entrambi i modi. Abbiamo Fendi al primo giorno, Valentino alla domenica, abbiamo tutti i nostri grandi brand che che sfileranno, da Max Mara, Ferragamo e poi abbiamo tanti anche progetti digitali importanti, e anche il progetto di Armani insomma, che è un phyigital una sfilata fisica senza pubblico, che però sarà trasmessa in diretta televisiva. Grandi nomi e giovani emergenti, ma anche uno sguardo attento su quello che succede nel mondo. Perché la moda dà sempre spazio a una pluralità di voci, indipendentemente dalla loro provenienza. Quella che vedremo fra poco più di 10 giorni sarà però una fashion week dove protagonista è soprattutto il coraggio, il coraggio di mettersi in gioco e di andare avanti percorrendo nuove strade in un momento in cui i numeri non sono certo incoraggianti. Le nostre previsioni ci danno il 29% di riduzione dei nostri fatturati, è tantissimo. Facevamo cento miliardi l'anno scorso circa. Non dimentichiamo che noi siamo i primi esportatori italiani, la nostra industria. Esportiamo più di 70 miliardi, quindi sono numeri difficili. Poi abbiamo una filiera importante. Siamo la seconda industria del Paese, ma soprattutto siamo i primi in Europa, con il 41% della produzione, i secondi sono i tedeschi con l'11%, i francesi solo l'8%, producono tutto da noi. Bene, questa incredibile massa di persone bravissime, di artigiani che lavorano a stretto contatto con le grandi industrie vanno preservati e aiutati. Dobbiamo dare una spinta forte a tutto quello che facciamo nel nostro Paese, che è tanta roba.