Fashion week, lo spirito puro di Brunello Cucinelli

Sono contento della nostra impresa perché siamo la stessa impresa che eravamo in febbraio. Siamo riusciti a fare le collezioni fisicamente, inviate in Shanghai, New York, in tutte le parti del mondo per poter fare l'ordine sia fisicamente, se si aveva la possibilità, altrimenti anche chiaramente via video. È chiaro che avere la possibilità di toccare fa sempre la differenza. Penso però che la vera creatività sia più forte se possiamo lavorare dal vivo che in smart working. Sarà una collezione sicuramente grintosa, ma anche molto gentile. Beh, diciamo che dopo... così è la moda: dopo qualche anno magari un po' più forte stiamo tornando ad un modo un po' più chic di vestirsi. Meno sovrapposizioni, combinazioni di colori più tenui, i tessuti molto naturali, un po' più elegante, un po' più chic. Collima perfettamente però con il momento che stiamo vivendo, no? Stiamo vivendo un momento dove abbiamo bisogno di serenità, di garbo, di educazione, di gentilezza e anche il modo di vestire rappresenta sicuramente questo. In generale le previsioni dei numeri del settore moda non sono certo confortanti per questo periodo e quindi è indispensabile parlare di moda perché dietro i colori e le forme c'è una filiera che deve essere preservata. Non sono confortanti, ma è un momento proprio congiunturale. Noi immaginiamo che il secondo semestre sia positivo, immaginiamo quindi che l'anno potrebbe chiudere con un 10% di perdita, quindi non una cosa troppo gigante, ma immaginiamo un 2021 di grande ripresa e di grande riavvio, e questo mi sembra valga un po' per tutte le nazioni, se così ci dice. Quindi è comunque un tema congiunturale, contrariamente al 2010, 2008, periodi dove avevamo difficoltà a capire dove andava il mondo.