“Qual è il nostro obiettivo principale?” “Proteggere i cittadini senza che se ne accorgano”. “Io non mi considero un pentito”. Sono due attori amati dal pubblico e dalla critica. Sono Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino, che oltre ad essere stati recentemente premiati anche dal Sindacato dei giornalisti cinematografici, amano con passione il loro lavoro. “Far ridere, quando ci si riesce perché non sempre ci si riesce, è la cosa più difficile del mondo – parlo di questo mestiere naturalmente – nell'ambito di questo mestiere. La soddisfazione che hai quando senti a teatro, davanti a te, tante persone, una platea, o al cinema, la vedi: è una platea che sorride, che si diverte insieme, degli estranei. Al cinema è meraviglioso, anche a teatro, degli estranei che insieme condividono un momento di gioia che hai contribuito a dare loro. Quella è una sensazione per me ineguagliabile”. “Mi ha molto interessato la storia della mafia, mi ha molto interessato il perché si sia sviluppata, mi ha molto interessato una distinzione che ho letto su un libro, che è stato molto importante, di un sociologo tedesco tra l'altro, non è italiano, tra mafia come come organizzazione criminale e mentalità mafiosa. Ecco, io credo che la mentalità mafiosa sia più ampia e che non riguardi solo la Sicilia, ma che riguardi tutti quanti noi nel momento in cui bypassiamo un'idea di legalità o pensiamo di poter fare in qualche modo legge da noi stessi”. E per entrambi a breve nuove sfide, soprattutto per Paola che, dopo la commedia, abbraccia un noir prodotto da Sky, “Petra”. “In questo momento sto girando un noir, non è assolutamente una commedia, con la regia di Maria Sole Tognazzi. E' una serie di Sky ed tratta dai romanzi di Alicia Giménez-Bartle. “Adesso sono sul set di Muccino, sono tornato a lavorare con Gabriele, insieme a Kim Rossi Stewart, a Claudio Santamaria e a Micaela Ramazzotti, Nicoletta Romanoff e Emma Marrone”.