Nello scorso febbraio ero lanciatissimo in un tour europeo di pianoforte. Che bellezza! Che bellezza! Al Konzerthaus, a Monaco di Baviera. Lì già ho capito che qualcosa stava succedendo perché un dottore in mascherina mi ha visitato prima del concerto di Monaco dicendomi che se avessi avuto la temperatura superiore al 37 e mezzo avrebbe dovuto interrompere tutto e mandare via il pubblico, anche se la sala era piena. Infatti, così, in maniera drammatica, ho iniziato il mio lockdown. Ho passato un periodo difficilissimo, perché ho pensato che sarebbe finita la mia attività. In quel periodo, però, mi sono preso cura di una pianta, ci ho parlato, lei mi ha parlato, ho scritto anche molta musica, ho composto molta musica nuova e credo di aver espanso la mia mente, la mia percezione. Questa condizione nuova, questa diversa condizione voglio portarmela dietro anche se sono convinto che tutto finalmente si risolverà. Il progetto che davvero mi entusiasma, in un futuro prossimo, è la pubblicazione di un nuovo libro il 27 di agosto, il libro si chiama “Revoluzione” ed è il mio libro squisitamente filosofico. Vediamo, vediamo se sarò riuscito a farmi interprete di questo particolare strano nostro tempo. È necessario che l'artista crei la propria opera indipendentemente da tutto ciò che è intorno, perché non deve essere minimamente condizionato dalle aspettative esterne. D'altra parte, però, è anche necessario che un artista si rapporti al proprio pubblico, ossia non si può scrivere musica se non pensando che questa musica verrà ascoltata da qaulcuno, quindi diciamo che queste due dimensioni coesistono, però non bisogna disprezzare anche la prima, non bisogna disprezzare l'idea della solitudine. l'idea che si possa concepire un'opera d'arte senza essere minimamente condizionato dalle aspettative esterne.