Da Milano a Parigi. La moda si sposta Oltralpe, ma continua a mantenere la firma italiana. È così per Valentino, guidato ora soltanto da Pierpaolo Piccioli, perché Maria Grazia Chiuri, l’altra metà della maison, è ora a capo di Dior. “Per gestire il cambiamento − dice Piccioli − mi sono ispirato a me stesso, a ciò che preferisco”, e questo Valentino pesca nel Quattrocento e nel Cinquecento, negli anni della rivoluzione di Gutenberg e in quelli della pittura di Bosch. Ha lasciato a bocca aperta anche la collezione dell’amica e collega Maria Grazia Chiuri, prima donna a disegnare Christian Dior. Una standing ovation per un’italiana ora alla guida del nuovo corso della maison. Un altro italiano, Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, unisce le forze della natura e quelle della spiritualità sfilando nel giardino botanico del Museo di Storia naturale di Parigi. A Parigi, certo, ma ancora con un grande italiano: Giorgio Armani porta il suo Emporio nella capitale francese, in occasione della riapertura della rinnovata boutique di Saint-Germain. Li chiama “ripensamenti” quei dettagli eccentrici delle precedenti collezioni, a cui re Giorgio unisce un tocco etnico con l’obiettivo, in realtà mai abbandonato, di far star bene le donne.