È un festival, quello di Berlino, che in questa edizione premia il nostro cinema con due film intimi e universali allo stesso tempo. Elio Germano miglior attore protagonista per "Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, ridà voce e anima al corpo sfibrato e sofferente del pittore italo svizzero Antonio Ligabue che dipingeva i suoi quadri con il sangue dei gatti in mancanza di altro e che ha vissuto una vita intera tra l'emarginazione e il dolore. - Tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati e tutti i fuori casta. Diciamo una categoria nella quale non faccio fatica a riconoscermi. Tutti gli artisti sono sempre sbagliati, delle persone sempre fuori luogo e fuori posto. Poi magari il riconoscimento del loro lavoro li aiuta a - trovare una posizione no? - In un festival da sempre particolarmente raffinato, non poteva che arrivare il premio anche per la miglior sceneggiatura di "Favolacce" dei fratelli d'Innocenzo, che raccontano, in una favola nera, le aspirazioni piccolo borghesi di famiglie di periferia dove la rabbia e la frustrazione sono sempre pronte ad esplodere. - Provo una sensazione di gratitudine verso il passato che non ci ha ucciso. Abbiamo scritto questo copione che avevamo 19 anni ed eravamo in un momento della nostra vita in cui potevamo andare dovunque, potevamo finire in vie molto complicate, e la scrittura ci ha salvato. La storia vera è ispirata ad una storia falsa. Un riconoscimento al talento dei fratelli gemelli e un orgoglio per Vision Distribution che per il secondo anno consecutivo dopo la "Paranza dei bambini" trionfa a Berlino. Ti amo fratè.