Lutto nel mondo della musica, morto il direttore d'orchesta Peppe Vessicchio

Non si chiamava Beppe Vessicchio, si chiamava dirige l'orchestra Beppe Vessicchio. Tutto insieme, tutto attaccato. Fa male dire che se n'è andato a soli 69 anni a Roma per una polmonite. Fa male pensare al prossimo Sanremo senza quella formuletta che quasi ininterrottamente, dal 1990, accompagnava le serate degli italiani davanti al festival. Ne ha diretti un'infinità, quattro ne ha vinti, con gli Avion Travel, con Vecchioni, altri ha contribuito a farli a farli vincere o comunque c'era. E quando non c'era. La gente lo chiedeva a gran voce, insurrezioni sui social, se tra i 2026 o 30 cantanti in qualche anno, qualcuno non era diretto da lui. Uscite Vessicchio, era il meme quando a dirigere l'orchestra, non seguiva il suo nome. Ma non era solo un direttore di orchestra, arrangiava, componeva, scriveva, ha collaborato con tutti i più grandi della musica italiana e non soltanto. Era il maestro di musica che chiunque vorrebbe avere, non a caso negli ultimi anni lo si vedeva anche nella scuola di Amici. Sarà per quella barbetta garibaldina, quell'ironia flemmatica napoletana che lo ha reso personaggio televisivo in tutti questi anni. Iconico, è la parola che oggi si usa, ironico, sarebbe quella più giusta, amante di tutta la musica. Quando nelle nostre dirette da Sanremo ci veniva a trovare intorno a noi si creava la folla che neanche Blanco o Mahmud; era amato come una specie di presidente della Repubblica di Sanremo, imparziale, competente, gentile, simpatico, serio, citando il cognome di un altro grande direttore della storia della Tv. Ma se Pippo Caruso lo si accostava a Pippo Baudo, il maestro Pregadio a Corrado, nella nostra memoria televisiva, Beppe Vessicchio brillava di luce propria. Bastava che ci fosse dietro al podio con la bacchetta in mano. Aveva la passione dei vini e la musica la portava anche nelle sue cantine, con l'aria da curioso inventore, un po' Doc di Ritorno al futuro, un po'saggio Mago Merlino, aveva escogitato un curioso meccanismo che faceva ascoltare Mozart al vino nelle botti del vino che produceva. Diventava migliore, diceva, come quelle serate davanti alla TV. Perché ogni cosa era al suo posto quando dirigeva l'orchestra, il maestro Beppe Vessicchio. .