"Ecco, è in questi momenti che ripenso a Roma". C'è un nuovo testo da raccontare al pubblico, stavolta a Roma. Ma l'emozione per il Tony Awards, vinto due settimane fa New York, sembra ancora viva Stefano Massini. "Un grandissimo piacere, anche inaspettato, totalmente inaspettato". Sono aumentati i suoi impegni? "Beh sì esponenzialmente, ma soprattutto perché in qualche modo, questa vittoria ha avuto luogo con un testo che, comunque, racconta gli Stati Uniti. E racconta, l'economia che in teatro può, forse deve fare questo. Cercare di aprire gli occhi sulle zone d'ombra. L'economia è una zona d'ombra". Massini, ha portato sul palcoscenico dell'estate romana, il Campidoglio e le sue storie proprio nel luogo del suo racconto. La piazza, progettata da Michelangelo. "Perché la bellezza alla fine riempie i nostri punti mancanti". "Troppe volte, le città d'arte, i luoghi d'arte vengono interpretati soltanto come luoghi per fotografie, mentre sono luoghi che parlano, che hanno memorie antiche, che continuano a parlare tutt'ora. Basta cercare di mettersi in ascolto. Io amo molto partire dalle cose e finire altrove, trovo che sia proprio l'altrove sia un po' un ambito eletto e particolare, della cultura con la C maiuscola. Ma che secondo me, avrebbe molte reclinata meglio con la C minuscola, più artigianale, più concreta e più pratica. La cultura, sta con i piedi nel fango dell' attualità. Guai, a una una cultura che si arroccasse e pretendesse, in qualche modo di stare in altra parte rispetto al mondo. La cultura, ha senso se da alle persone, forme nuove, per leggere la realtà".























