Trent'anni di carriera e 97 film. Più uno, quello mai girato, il grande desiderio rimasto per sempre nel cassetto di Totò: un film su Don Chisciotte che ora, grazie a Fabio Celoni e Panini Comics, arriva finalmente al pubblico sotto forma di fumetto. "Ho trovato questi documenti in forma originale quindi dei dattiloscritti della fine degli anni 40 al Centro del Cinema di Cesena. Totò aveva già firmato un contratto. Probabilmente non si sono trovati semplicemente con i tempi e questa cosa poi è andata avanti nel corso degli anni e Totò non è più riuscito ad agguantarlo, fino ad adesso". Con "Totò l'erede di Don Chisciotte" Celoni si cala nella mente del "principe della risata" riportandolo in scena a 55 anni dalla scomparsa ed è, a tutti gli effetti, una questione personale. "Totò voleva fortemente girare questo film, fu impossibilitato a farlo per una serie di ragioni, e il mio regalo a lui come ringraziamento per tutti quelli che ha fatto a me voleva proprio essere quello di far girare questo film dopo tanti anni non sullo schermo di un cinema ma sulla carta. Spero di esserci riuscito". Un milanese, Celoni, che si misura con Napoli e la napoletanità. Praticamente il ritorno del viaggio che Totò compie con Peppino De Filippo alla ricerca della malafemmina. "Credo comunque che Totò sia universale quindi non esistano le barriere architettoniche né geografiche per quanto riguarda l'opera di Totò. Credo anzi che Totò abbia unito l'Italia molto più che Garibaldi".























