Guerra e cultura. O forse sarebbe meglio dire la cultura in tempo di guerra, perché in questi giorni tristi e complicati, diventa quanto mai essenziale mantenere vivo lo scambio intellettuale. È questo l'obiettivo di "Planeta Ukrain", il talk organizzato da Triennale Milano in preparazione del Padiglione dell'Ucraina alla 23esima Esposizione Internazionale, che aprirà all'inizio dell'estate. "Stiamo facendo un ponte con artisti, scrittori, musicisti che sono a Kiev in questo momento e sono nelle altre città ucraine, quindi sono sotto i bombardamenti. Però abbiamo pensato che fosse importante costruire un ponte, costruire un dialogo da subito, perché noi vogliamo che l'Ucraina sia rappresentata nella prossima Esposizione Internazionale. E quindi, l'idea di partire oggi con una piattaforma, che poi avrà una sede costante in Triennale e da lì nascerà, io mi auguro anche un'idea positiva sul futuro di questo Paese." Diffondere la cultura ucraina, perché oggi più che mai, ha detto Ministro Dario Franceschini in collegamento dal Maxxi di Roma, la sua conoscenza diventa fondamentale: "L'occidente, l'Italia non conoscono a sufficienza, come sarebbe giusto, la cultura ucraina o la letteratura, la poesia, la musica, l'arte. C'è un grande bisogno di conoscenza. Credo che sia il modo migliore per sostenere l'identità di quella Nazione che è così minacciata, aggredita e violentata." Cultura come messaggio di pace, per questo motivo Triennale garantirà la presenza del padiglione ucraino, scegliendo invece di revocare l'invito alla Russia: "L'invito va ai governi. E noi abbiamo ritenuto che in questo momento, fosse sbagliato invitare il Governo russo che è purtroppo autore di una guerra violenta, folle e ingiustificata." "In ogni situazione di conflitto, specialmente quando c'è in gioco la posta della democrazia e della libertà, bisogna sapere da che parte stare. E in questo momento, mettere sotto i riflettori gli ucraini, significa fare una scelta di campo, significa dire che stiamo dalla parte degli oppressi e non dell'oppressore." Uno spazio di confronto aperto e libero, che vuole far da collettore di idee e proposte che saranno al centro del padiglione ucraino durante l'Esposizione Internazionale. "Il titolo della prossima Esposizione Internazionale, è quanto mai, possiamo dire calzante no? Perché indaga l'ignoto e le fragilità umane." "Siamo in un momento in cui scoprire e guardare l'ignoto, guardare in faccia l'ignoto, anche quando l'ignoto è la geopolitica. Anche quando l'ignoto è non sapere che a poche migliaia di chilometri c'è in preparazione una guerra è molto importante.".























