Auto a guida autonoma, cosa fa l’Italia?

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4 mesi fa

10:33, rieccoci in diretta su Progress, Sky TG 24, ancora una buona domenica da tutti noi. Ripartiamo dalle auto a guida autonoma, un tema di cui torniamo, um a occuparci e lo facciamo con due ospiti che vi presento qui accanto a me c'è Fabio Raimondo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Trasporti della Camera, benvenuto. Grazie, buongiorno. E un buongiorno, benvenuto anche a Pierfrancesco Maran, europarlamentare del Partito Democratico. Buongiorno. Torniamo a occuparci di questo tema che è un ambito in cui il nostro paese è all'avanguardia. Ce ne siamo occupati altre volte qui raccontando i vari progetti e le sperimentazioni che sono in corso. Alcuni paesi europei si stanno muovendo da poco la Repubblica Ceca è diventato il secondo paese europeo dopo la Germania a consentire legalmente le auto autonome. di livello tre viene definito così quello che permette ai conducenti di togliere le mani dal volante e gli occhi della strada per dedicarsi ad altre attività, ma devono essere pronti poi a riprendere il controllo quando è richiesto anche la Svizzera extra Ue è un paese che ha dato il via libera all'autoguida autonoma. Vediamo allora che cosa fa l'italia e lo chiedo subito a Raimondo. Noi siamo fermi. sbaglio a livello due che è quello in cui il veicolo può controllare lo sterzo l'accelerazione della frenata in alcune situazioni. È giusto? Che cosa si sta facendo per anche adeguare la norma che è una cosa Intanto c'è da dire che l'Italia, soprattutto nell'ultimo periodo ha una grandissima mole di progetti in fase di sperimentazione che stanno portando anche dei risultati importanti. Il tema qual è? Che stiamo parlando di un settore, in particolare questo della guida autonoma vale un po' tu- per tutti quelli nel campo dell'innovazione, dove appunto l'innovazione è sempre più avanti della legislazione, no? Quindi noi ci troviamo laddove ci sono um questi questi fenomeni, queste start-up. questa questa corsa a innovare con una norma che è sempre più indietro, è sempre stato così e a maggior ragione vale anche per questo settore. Peraltro noi ci troviamo a fare i conti con dei colossi, insomma, come gli Stati Uniti d'america o la Cina, dove c'è un approccio regolatorio, diciamo un po' più flessibile, per cui lì è stato possibile passare molto rapidamente dalla fase del test a quello dell'uso reale. E in Italia manca ancora questo aspetto, manca perché anche nel diciamo nel contesto europeo, manca una vera armonizzazione delle normative, per cui, come abbiamo visto la Germania oggi ha una, um normativa un po' più flessibile, per cui stanno facendo sperimentazione addirittura anche in autostrada fino a 130 chilometri orari. La Repubblica Ceca adesso ha avuto questo via. um Noi siamo ancora fermi, soprattutto perché noi abbiamo ancora un codice della strada che, definisce il veicolo come quello a conduzione umana. Questo è in contrasto con la normativa europea, che invece considera anche il veicolo come a guida autonoma. Io peraltro come capogruppo di fratelli D'italia, ma è una proposta di tutto il nostro gruppo in commissione trasporti ho depositato proprio nelle settimane scorse una risoluzione che tratteremo con la ripresa delle attività poi a settembre, proprio per lanciare un messaggio di attenzione al governo. e dire adeguiamo questa normativa, ma soprattutto e credo sia la cosa importante, creiamo anche una sorta di io l'ho chiamato Piano nazionale della guida autonoma, cioè un ecosistema che mette a regime, mette in rete le università, i ricercatori, le imprese, per creare appunto una visione anche industriale che consenta alle sperimentazioni che ci sono di avere anche una rete normativa di supporto. Maran si parlava appunto del livello europeo e della difficoltà anche di armonizzare le regole. Che cosa si sta facendo a livello europeo per spingere su questo settore se c'è la volontà. La difficoltà nasce anche dal fatto che noi non abbiamo dato all'Europa la delega di occuparsi dei codici della strada, è una delega nazionale, quindi ogni agisce in maniera autonoma. Io tra l'altro condivido le modifiche che propone Raimondo. È un peccato però che non sia stato fatto sei mesi fa, quando è stato approvato il giornale della strada, che poteva essere il primo del nuovo millennio, invece l'ultimo del 900 fondamentalmente. um L'Europa sta provando a lavorare su alcuni fronti. Intanto, prima di avere i servizi noi dobbiamo rendere più semplice la funzione di test, e di approvazione di dell'oggetto. Su questo l'Europa c'entra e sta provando, a rivedere le modalità per renderla più semplice e più simile a quello che avviene negli altri continenti. Armonizzare è importante. Però, per esempio sul lato degli Stati Uniti, noi non ci confrontiamo con un continente o con un paese dove nei 50 stati hai una totale libertà. Nei fatti tutta la sperimentazione è concentrata tra Texas e California, che non è dimensionalmente così diverso da Germania più Repubblica Ceca, se vogliamo fare È un paragone. Quindi il tema delle norme conta e bisogna andare in quella direzione e arrivare anche a rendere più semplice la sperimentazione di livello quattro, che è quella dove l'autista può non esserci. um Pensi che settimana scorsa, um i taxi di un'azienda privata tra California e Texas hanno fatto lo stesso numero di corse di guida autonoma, hanno fatto lo stesso numero di corse dei taxi di Milano, quindi, Non stiamo parlando di una tecnologia sperimentale, stiamo parlando di una tecnologia massiva in alcuni esempi. e noi in Italia abbiamo delle università fantastiche. La prima auto in guida autonoma l'ha fatta l'università di Parma negli anni 90 l'università di Parma, il Politecnico di Torino e di Milano. Però questo è il momento in cui bisogna avere il coraggio di passare da 100 progetti carini a un grande progetto nazionale che sia tra i tre europei che provano a fare la differenza, se no non ci siamo. Quindi contesti come quello della California, ovviamente la Silicon Valley di San Francisco è già una città dove circolano questi taxi a guida. Austin in Texas, per citare un altro, esatto sono anche dei dei dei poli innovativi molto forti. Noi abbiamo i poli innovativi, ma appunto dovremmo spingere anche su, um su su sulle regole sulla l'adeguamento. Volevo chiedere a Raimondo se questo settore può essere anche un'occasione, ma anche per rilanciare il settore automotive o guardare oltre, um la crisi di un settore. Sicuramente sì, ma. anche può essere l'occasione per rilanciare il nostro percorso verso la transizione, cioè noi la la transizione ecologica che noi molte molte volte come fratelli d'italia abbiamo sottolineato il fatto che non può essere solo affidata ad una tecnologia, ma ad una pluralità anche di soluzioni. Quella della guida autonoma può esserlo come può esserlo? Può esserlo nella fase in cui va ad integrarsi anche con il trasporto pubblico locale, con il Tpl. um Questa um molte delle sperimentazioni che sono state fatte in Italia, sono state citate quelle delle università importanti, quelle del Politecnico, io qualche settimana fa ho assistito, alla messa in strada di una 500 in un progetto proprio tra Politecnico, Ferrovie Nord Milano, Milano Serravalle che ha fatto appunto, il um pezzo tra la metropolitana um di Famagosta e l'allacciamento con la 7, e quello è proprio il cosiddetto ultimo miglio, no, per cui. Molte persone hanno la necessità di fare l'ultimo pezzo che li porta al lavoro o li riporta a casa e con la guida autonoma questo potrebbe essere sicuramente un'occasione anche per rilanciare il settore dell'automotive, che ovviamente è in crisi e che va potenziato anche verso quelle che possono essere delle soluzioni del futuro. E anche in integrazione col car sharing. Pensiamo ad esempio a quante auto col car sharing p- possono essere potenziate con il sistema della guida autonoma. Oggi il Che funziona che io mi devo trovare la macchina e devo sapere dov'è con nel momento in cui questa della guida autonoma diventa effettiva, è la stessa auto che raggiunge il conducente e poi si riposiziona nei punti critici della città, per cui insomma, possono essere delle soluzioni sia per potenziare quello che è l'automotive, ma il settore in generale, ma anche per integrare un sistema, quello del trasporto pubblico locale, che è fondamentale. Mara citavamo prima, citava prima gli Stati Uniti, ma um guardando anche, non so i casi europei o della Svizzera di cui parlavamo prima, ci sono, degli aspetti delle regole che si possono prendere a modello e si può magari prendere qualche spunto per adattarlo al nostro. Intanto secondo me il tema principale sono i capitali. Purtroppo queste sono innovazioni che oltre all'ingegno personale conta nella fase di avvio. Poi conta la capacità economica di farli crescere. Gli Stati Uniti hanno dei grandi operatori Google e Tesla su tutti che stanno investendo tanto. um In Europa abbiamo al momento due cose interessanti, come diceva lei, la Svizzera, però la Svizzera sta fondamentalmente consentendo di testare tecnologia cinese all'avanguardia. um L'altro caso è quello della Germania, dove invece sta nascendo un'industria tedesca, um legata a Volkswagen. Mà, è un esempio interessante perché è un'evoluzione di fulmini di medie dimensioni che diventano a guida autonoma. E sta nell'ottica, e io credo trovo che questo sia un campo interessante su cui lavorare, anche perché ci può essere, sinergia tra parti politiche diverse, sta nell'ottica di integrare il trasporto pubblico, di ridurre la necessità di avere un'auto di proprietà, di portare diritto alla mobilità a persone che banalmente non non possono guidare per ragioni di anzianità, di disabilità o per scelta, E forse sarebbe anche la prima occasione in cui un servizio nuovo non avviene solamente in ambito urbano. Tutte le grandi innovazioni degli ultimi anni sono avvenute, dentro le città, ma nelle connessioni tra il dentro e fuori, anche nel portarli esternamente. Io spero che anche in Italia, nel momento in partiremo con una sperimentazione massiva. Non ci focalizzeremo solo su come funziona a Milano o Roma, ma dobbiamo insegnargli subito come ci si muove in strade extraurbane, dove le regole e l'approccio e anche l'intelligenza, quindi delle auto deve essere diversa. Raimondo si parlava prima Maran diceva um che forse il nuovo codice della strada, è entrato in vigore a dicembre, se non ricordo male, um 2024, potrebbe essere stata un'occasione persa in questo senso, ma la maggioranza è compatta su questo tema sulla volontà di, um di spingere nel senso che il codice della strada aveva altre esigenze in tema di sicurezza, principalmente dove siamo intervenuti. è comunque sia, poi sono stati anche approvati ordini del giorno che impegnavano il governo a porre l'attenzione necessaria. La mia risoluzione, ovviamente ne è una riprova che peraltro viene condivisa anche dai colleghi di maggioranza, ma penso che ci sia su questa una sinergia e si possa trovare l'occasione per un approfondimento. Io credo che um Quello su cui adesso dobbiamo puntare sul tema è una collaborazione tra il pubblico e il privato, innanzitutto perché um ci sono le università, ci sono tante società che se ne stanno occupando, tante imprese, non soltanto quelle del settore dell'automotive, perché poi c'è tutto dietro, una parte di intelligenza artificiale, insomma, oggi noi per dire ai lavori della della commissione di cui faccio parte, che è la commissione trasporti. comunicazioni, insomma ci siamo concentrati da proprio da da poco ed è stato approvato in aula il il decreto sull'intelligenza artificiale, stiamo affrontando la questione dei data center qui insomma, sappiamo che sono tutti settori collegati che vanno poi a um in- insomma inserirsi in quello che è il discorso sulla sulla progettazione delle delle automotive. Sicuramente serve un coraggio regolatorio da. parte della legislatore, perché dobbiamo armonizzarci con quelle che sono le normative, le normative europee, ma serve anche una visione industriale. Su questo sono d'accordo con il collega Maran che bisognerebbe un attimino cercare di fare una sintesi anche tra tutti i progetti che ci sono, perché ci sono tantissimi progetti in corso. Ci sono peraltro diversi. siti dove si possono testare queste auto. Ci sono corridoi stradali, ci sono ambienti simulati, ci sono aree private e bisogna anche metterli nelle condizioni che questa ovviamente sperimentazione possa funzionare e portare a casa dei risultati. Per questo credo che uno dei prossimi obiettivi sia appunto, come dicevo prima, un po' un coraggio regolatorio da parte del legislatore porre il tema all'attenzione. E a proposito allora. la sinergia con i privati che state sottolineando entrambi. Avete ascoltato le voci dei privati cos'è? Qual è la richiesta che arriva da parte dei privati o comunque anche degli enti di ricerca, le università che stanno facendo dei progetti stanno sperimentando su questo tema. Intanto un ambiente in cui si è consentito sperimentare con buonsenso. Io sono un grande sostenitore di questa tecnologia. Ma non penso che bisogna arrivare a Liberi tutti domani, bisogna poterne valutare i pro e i contro, ma è più avanti la tecnologia di quello che consentono le regole. um e bisogna quindi dargli la possibilità di essere testata come si deve. Secondo indicazioni dal pubblico, um io ho fatto un convegno 15 giorni fa, ho promosso a Bruxelles, presentando un paper, um che ho scritto dopo aver ascoltato un centinaio di realtà internazionali. E uno dei quattro punti che poniamo è la concentrazione delle risorse europee, su tre grandi progetti che agiscono su più paesi, anziché, come è accaduto nell'ultimo quinquennio, sparpagliando le risorse in tanti piccoli progetti. E questo serve anche a dare un'indicazione agli investitori privati. Se sono 50 progetti carini con uno o tre o quattro macchine, perché oggi quelli che superano le cinque auto a guida autonoma in Europa sono veramente pochissimi, non si dà un'indicazione a un investitore su dove ha senso andare. Se le risorse pubbliche ci concentrano su tre progetti ed è per questo che è importante che l'Italia faccia sistema per essere uno dei tre. Anche chi deve investire privatamente sa che quei tre hanno una ragionevole, um speranza di poter diventare 11 investimento che ha senso. um Senza scadere troppo nei luoghi comuni, però abbiamo parlato di Germania e Svizzera dove, abbiamo in mente un certo tipo di traffico. Volevo chiedere se le città italiane che hanno un altro, Approccio, chiamiamolo così, um sono pronte per questa questa sfida. Ogni nazione, ogni situazione è a sé, è evidente. um Credo che le città italiane possano essere pronte, io so peraltro che insomma la città metropolitana si sta anche attivando chiedendo ad esempio ai sindaci, porto l'esperienza insomma di un territorio in cui vivo, di dare anche una disponibilità eventualmente per um per testare e um sui propri territori. um Credo che se noi ritorniamo al paragone insomma um iniziale con l'America e la Cina, i numeri ovviamente sono sono diversi, se voi pensate che, um in America nelle città della California fanno circa 250000, corse alla settimana, hanno l'obiettivo di avere 3500 veicoli entro il 2026. In Cina ad esempio, c'è questo progetto governativo che si chiama Apollo Go. Che ha già messo su 11 città, oltre 1000, um veicoli che um sono impegnati a effettuare 11000 corsi all'anno, quindi stiamo parlando di numeri impressionanti che non possono essere minimamente paragonati al nostro territorio. Però io credo che in Italia, questa um diciamo innovazione intanto deve mettere al centro la sicurezza, perché per noi diventa assolutamente fondamentale e su questo so, che tutti i partner che sono impegnati investono parecchio, ma per noi credo che debba essere utilizzata sia come ovviamente possibilità per la sostenibilità ambientale e quindi anche un diminuire il numero dei veicoli in circolazione, ma come tecnologia da utilizzare integrandola al TP, al trasporto pubblico locale. um Nelle grandi città, ma non solo. Pensate a quelle aree anche che sono un po' più isolate, aree interne, dove fatica ad arrivare il trasporto pubblico locale, per portare banalmente persone verso gli ospedali o insomma, i i i luoghi pubblici. Quindi questa è una tecnologia che non ci deve spaventare. è che per quanto possiamo avere numeri e una informazione diversa nel nostro territorio rispetto ad altre realtà europee. Però abbiamo la tecnologia e il talento per poter risolvere anche questi problemi, come lo stanno dimostrando i tanti progetti che ci sono in essere. Le città italiane sono fronte a questo tipo di tecnologia. Ma allora intanto l'ultima grande innovazione da questo punto di vista è stato il car sharing e i numeri storici della città di Milano l'hanno sempre messa tra le prime tre e le cinque città europee per numero di utilizzatori, quindi c'è una grande propensione all'uso di innovazioni tecnologiche da parte dei cittadini. Il tema però è inverso. Stiamo raccontando di una tecnologia che deve anche adattarsi al contesto. Quindi la questione è si riesce a costruire una tecnologia matura da leggere anche le modalità di visione stradale italiana. Io devo dire l'esperienza su strada su un'auto guida autonoma che ho avuto. La cosa che più ti colpisce è che rispetta i limiti di velocità che quando dicevamo giustamente che la sicurezza è al centro, in realtà è anche un regolatore di norme per gli altri no, perché Eravamo su una provinciale um limite 50, andava a 50, suonavano tutti dietro perché non si è abituato. allora Forse questa integrazione tra uomo e macchina ci aiuta anche, uno a allenare l'auto a capire il contesto, ma forse anche a ricordarci che le regole della strada, contano anche quando guida un uomo. Autoguida autonoma non si distrae al cellulare, probabilmente, quindi um. Tempistiche um diceva che ha depositato questa risoluzione e quando possiamo immaginare di vedere. Ma io credo che intanto abbiamo posto il tema e stiamo facendo anche un lavoro insomma trasversale um di um attenzione rispetto a quelli che possono essere gli impegni del governo. Io credo che già i lavori della commissione con la ripresa insomma dell'attività a settembre, adesso abbiamo appena. licenziato il decreto infrastrutture, per cui insomma siamo stati concentrati su questo possa essere calendarizzata e quindi insomma questo autunno ci lavoreremo. Il tema diventa un altro che è quello di creare questo ecosistema tra imprese, tra università, tra istituzioni per tenere alta l'attenzione sulla sulla questione, insomma, sulla sulla guida autonoma. um Facendo anche in modo che quelli che sono gli apporti delle società, delle imprese, delle aziende italiane che ci stanno lavorando vengano valorizzate a livello a livello europeo, perché vedete, in Europa registriamo comunque una frammentazione di tanti progetti che ci sono. Su questo quando io anche nella mia risoluzione dico creare questo piano nazionale della guida autonoma, lo faccio per mettere un po' a rete, almeno dal punto di vista del nostro territorio italiano, quelle che sono tante iniziative che ci sono. Poi noi qua su questo territorio, io insomma da da da milanese e da lombardo conosco meglio queste um queste questo tipo di attività. Però ce ne sono diverse con diverse università italiane che sono protagoniste, per cui io credo che sarà un autunno, sicuramente in cui inizieremo a riporre al centro dell'attenzione del Parlamento quanto meno questo tema sicuramente in commissione trasporti, e credo che poi di pari passo anche con il lavoro che viene fatto in al Parlamento europeo in Europa questa possa essere una tecnologia che possa essere messa a disposizione di tutti. Parlava di Milano Milano Marani in chiusura domani perché a Milano c'è un appuntamento tra l'altro che riguarda le auto a guida autonoma. Sì, abbiamo organizzato un evento allo Spazio MIT in piazza Oberdan dalle nove30 tra l'altro anche L'onorevole Raimondo è ospite. Lo abbiamo promosso come socialisti democratici, ma con l'idea di dialogare con tutte le forze politiche, perché questa può essere una grande sfida di innovazione. Io s- um anche nel dialogo con la Commissione europea, la fine del 2025 è un momento importante perché ci saranno le modifiche sui test, verrà tolto il limite del numero di automobili su cui poter fare la sperimentazione, quindi, si aprono le porte perché nel 26 le cose inizino ad accadere. E l'Italia um o è ponta o non è ponta. um Quindi è importante anche che questo percorso si chiuda nei prossimi mesi. Io resto dell'idea che se il codice della strada avesse previsto le cose a dicembre saremmo stati un po' più avanti, ma c'è, Occasione di recuperare e soprattutto bisogna mettere tutti quelli che ci hanno creduto e investito in questi anni, pubblici, privati e università, nelle condizioni di lavorare insieme perché, um o cresci subito oppure gli altri continenti sono troppo avanti per aspettare i prototipi. Grazie allora Pierfrancesco Maran, um europarlamentare del Partito Democratico e Fabio Raimondo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Trasporti della Camera, vi aspetto allora per riparlare del tema, una volta che, ci saranno magari delle regole che consentano una sperimentazione e un percorso più accelerato di questa, um tecnologia. Noi ci fermiamo per qualche istante di pausa e poi torniamo ancora in diretta qui a Progra, state con noi.

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