Twitter ha dato l'ok all'acquisizione da parte di Elon Musk e il consiglio di amministrazione della società, contrario fino a pochi giorni fa, ha accettato l'offerta da 44 miliardi di dollari del patron di Tesla. Le due parti hanno limato l'intesa che include la tabella di marcia per la finalizzazione dell'accordo e le spese e le commissioni nel caso in cui l'operazione dovesse alla fine naufragare. I 44 miliardi di dollari messi sul tavolo dal patron di Tesla provengono da due prestiti della Morgan Stanley e di altre banche per un totale di 25,5 miliardi di dollari, mentre altri 21 miliardi arrivano dalla vendita di azioni Tesla. Già venerdì scorso, incontrando gli azionisti Twitter, Musk aveva fatto notare che nessun altro investitore era in grado di raggiungere la sua offerta di 54,20 dollari ad azione. Con l'acquisizione di Twitter l'uomo più ricco del mondo mette le mani su uno dei social più influenti, promettendo di farne la piattaforma della libertà di parola per eccellenza. Una piattaforma in cui molti repubblicani sperano di poter ritrovare presto Donald Trump, cacciato da Twitter dopo l'assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021. Il controllo di Twitter da parte di Musk, che si autodefinisce assolutista della libertà di parola, agita molti osservatori. C'è chi teme che con il patron di Tesla al comando Twitter possa diventare un'arena di odio. Musk non ha ancora chiarito nel dettaglio che cosa farà con Twitter, al di là di voler procedere al delisting della società, il patron di Tesla non ha svelato le sue mosse, limitandosi a dire che Twitter ha bisogno di essere trasformata e che dovrebbe basarsi su un algoritmo open source. A quale tipo di leadership intende ispirarsi non è chiaro, anche se negli ultimi tweet sembra lasciar trapelare che il suo modello non sarà Bill Gates. S'interrogano sull'impatto che Musk avrà sulla società anche i dipendenti di Twitter preoccupati dalla volontà del miliardario visionario di voler smantellare le politiche di moderazione dei contenuti.























