Un crash durato circa sei ore. Sei ore in cui il mondo, per molti si è fermato. Impossibile accedere ai contenuti e comunicare con la messaggistica, bloccato il commercio di chi ormai lavora solo virtualmente, sbarrato l'accesso ad altre realtà, quando la chiave era quella di Menlo Park. Il blackout mondiale che ha colpito Facebook e le sue App, Instagram e WhatsApp, nel pomeriggio di lunedì, è stato provocato da alcune modifiche alla configurazione dei router, che coordinano il traffico di rete tra i centri dati in Europa e negli Stati Uniti. Un fiume di segnalazioni e utenti nel panico per una situazione che si è risolta soltanto a tarda notte, quando un post del fondatore del Social più celebre al mondo, ha pubblicato un post di scuse. È stata la peggiore interruzione dei servizi del colosso dei Social Media dal 2008. Qualcosa di simile era già accaduto lo scorso marzo, ma il disservizio era durato meno di 45 minuti. Ore difficili per Facebook, che nello stesso giorno si è trovato a fronteggiare la pesante denuncia di una ex dipendente, che ha accusato l'azienda di aver messo i profitti prima della sicurezza del pubblico. Secondo la 37enne Frances Haugen, ingegnere informatico che fino a pochi mesi fa si occupava di combattere la disinformazione online, il Social più vasto del mondo sarebbe consapevole che le sue piattaforme diffondono odio, violenza e disinformazione, ma ritenendo quei contenuti utili a incassare like e visualizzazioni e dunque maggiori profitti, avrebbe sempre tollerato gli abusi. Non solo, la talpa sostiene anche che il popolare Social nella sua attuale veste, sia pericoloso per la democrazia. Dopo le presidenziali dello scorso anno, ha svelato, è stato dato l'ordine di chiudere il Dipartimento di Integrità Civica, l'organo a garanzia del processo democratico. Una giornata nera per Zuckerberg, con pesanti conseguenze anche in Borsa: azioni giù di oltre il 5% e perdite per 6,1 miliardi di dollari.