"Che cosa senti"? "Caldo, leggermente caldo è arrivato sull'indice". "Il calore è la sensazione più bella che c'è". Fabrizio Fidati è uno dei volontari della ricerca della Scuola Sant'Anna, Politecnico di Losanna e Centro Protesi dell'INAIL. Percepisce il caldo e il freddo nel suo arto amputato. Come si è arrivati a questo risultato pubblicato sulla rivista Science? "Tutto è nato dall'idea di provare a capire se riuscivamo a dare la sensazione tattile ai pazienti e quello che abbiamo scoperto per serendipity, è che stimolando la parte diciamo finale dell'amputazione con uno stimolo termico i pazienti sentivano delle sensazioni alla mano fantasma, come quelle tattili che già sapevamo essere possibili ottenere termiche. Ci sono tre parti: un sensore termico, che poi è quello che andrà sulla protesi per sentire la temperatura dell'oggetto, un foglio termico, sostanzialmente un sistemino che permette di attivare termicamente il residuo e poi un controllore che trasforma l'informazione del sensore in stimolazione termica della mano". Un sistema tutto sommato semplice, anche low cost quindi possiamo facilmente prevedere che tra pochi anni saranno disponibili in commercio protesi integrate multisensoriali. "La temperatura benché possa essere difficile immaginare quanto sia utile nei movimenti di tutti i giorni, è una sensazione di cui abbiamo bisogno che è continua, che ci rende credibile ogni cosa che tocchiamo, è un interazione che abbiamo col mondo esterno". Pensiamo ad una stretta di mano, un piccolo gesto a cui non diamo grande peso, che ci rende semplicemente umani.