"Mi verrebbe da dire che lo Space Festival è spaziale. In realtà lo Space Festival: gioco, scienza, fantascienza, è una pazzia". Così Marco Berry definisce il suo Space Festival: quattro giorni di conferenze, laboratori, spettacoli, droni e robot in sei diversi punti di Torino, con lo Spazio come protagonista assoluto. Una delle anime della manifestazione è l'astronauta italiano Maurizio Cheli, che al Politecnico ha raccontato la sua esperienza e la sua idea di Spazio. "Dico sempre che lo Spazio rappresenta un paradosso, in un certo senso. Perché è un elemento trainante che ci proietta verso il futuro, ma noi andiamo nello Spazio per scoprire il nostro passato, le nostre radici. E, quindi, io spero che - certo, al di là quando si potrà andare molto al di là del nostro sistema solare - noi potremo scoprire qualcosa di più di quello che noi sappiamo adesso e di come siamo arrivati su questa terra". "La sua convinzione, c'è altra vita nello Spazio?" "No, di questo ne sono convinto. Se uno sa che nella nostra Galassia ci sono più di 100 miliardi di stelle simili al sole e che conosciamo quasi 200 miliardi di Galassie, da un punto di vista anche solo statistico, pensare che siamo veramente da soli è un po' arrogante dal punto di vista intellettuale". E dietro al fascino dello Spazio oggi fiorisce anche un'economia in fortissima crescita. "La Space Economy vale 350 miliardi di dollari e prevedono che tra gli anni '30 e '40 arrivino a 3.000 miliardi di dollari. In questo momento è la terza economia in America e in Italia siamo avvantaggiati, perchè l'Italia è uno dei pochissimi Paesi che è autosufficiente, cioè se la pensa, se la canta e se la suona". Economia ma, dicevamo, soprattutto fascino. "E poi quando, sai, ti dicono che è già nato l'uomo che per primo metterà piede su Marte, beh è incredibile. Cioè, è già nato. C'è già, lui non lo sa, ma c'è già".