L'anno zero di Twitter con a capo Elon Musk comincia di fatto oggi col licenziamento di circa metà dei 7.500 dipendenti della piattaforma. Dopo un investimento da 44 miliardi di dollari per l'uccellino più famoso del web il fondatore di Tesla e SpaceX continua a far parlare di sé attraverso un mega taglio della forza lavoro nel tentativo di sistemare le finanze del colosso tech che fanno acqua da tutte le parti. Pensate la perdita ogni giorno si aggira intorno ai 3 milioni di dollari. Un'operazione che ha innescato molte reazioni, come quella di un gruppo di ex dipendenti che ha presentato una class action al tribunale di San Francisco contro l'azienda di Elon Musk accusandola di non aver ricevuto il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge. Per quanto riguarda invece i dipendenti non licenziati, una volta revocato lo smart working, sono stati gentilmente invitati a rientrare negli uffici di San Francisco. Obiettivo di Musk: ridurre i costi di 1 miliardo l'anno e riportare il social network agli antichi splendori. Per fare questo il tycoon vuole chiedere otto dollari al mese per la spunta blu, aprendo così la porta alle obiezioni di chi sostiene che la certificazione evita gli account falsi. Il primo a lamentarsi è stato il re del terrore King e poi la candidata dem Ocasio-Cortez che dall'alto dei suoi 13 milioni e mezzo di follower si è lamentata del piano Musk che a suo dire metterebbe in vendita la libertà di parola. Immediata la risposta del neo proprietario che spacciatosi per operatore dell'ufficio reclami ha ritwittato dicendo: la tua opinione è apprezzata, adesso paga otto dollari. A rendere più complicato il tutto la decisione di alcune aziende come Pfizer, Audi, Volkswagen di sospendere temporaneamente le inserzioni su Twitter in attesa di comprendere che direzione prenderà la piattaforma sotto la guida del suo nuovo proprietario. In questo quadro si percepisce subito come la più grande sfida di Musk sarà quella di rilanciare Twitter come piattaforma di espressione libera, lontana da fake news, account falsi ed odio, preparandosi alla recensione che già bussa alle porte del 2023.