Ricordo gli occhi di queste bambine di Scampia, quando ho girato la scena della mia morte. Nella serie non si percepisce, però piovigginava e quindi ogni volta che io facevo questa scena, ovviamente crollavo, cadevo, avevo i colpi. E poi quando mi rialzavo e la dovevo rifare, mi dovevano asciugare. E c'erano queste bambine, evidentemente per niente abituate al senso del lavoro, no? Il senso della fatica, che continuavano a guardarmi scioccate, a un certo punto sono venute da me, mi sono venute a dire: voi vi state stancando troppo, ma chi ve lo fa fare? Ma perché fate tutta questa fatica? E io dissi: perché è il mio lavoro e mi piace. E loro ci rifletterono un attimo e poi dissero: che bello fare un lavoro che ti piace. Perché loro avevano sempre associato, quello che loro vedono in televisione, come qualcosa che viene magicamente, si è solo fortunati, non si fa nessuna fatica a fare e il lavoro è una punizione, il lavoro è qualcosa che devi fare per forza e pensare di essere rimasti come un fagiolino nella mente di queste bambine, con la nostra presenza, lavorando, è un ricordo bellissimo. Quella delle vongole, è venuta da una chiacchierata tra me e Francesca Comencini. E Francesca Comencini mi fa: io vorrei che questa scena tu la facessi davanti a un piatto di spaghetti con le vongole, perché gli uomini non pensano che una donna possa dire cose di questo tipo mangiando, no? E io dissi: bellissimo questo, facciamolo! E ci siamo divertite moltissimo a girare quella scena, a trovare la misura di quella scena. La pensavamo allo stesso modo e il fatto che sia risultata così potente, è stato molto divertente per noi. Mi ricordo tutte le scene del carcere. Ecco, quella era una di quelle situazioni per esempio in cui era tutto molto autentico, a partire dal fatto che eravamo autenticamente dentro il carcere di Poggioreale, in una situazione di grande realismo. E questo guardarci negli occhi per mantenere la concentrazione, poi in realtà ha creato delle scene per cui la famosa: "che fatt a sti capill". Perchè noi avevamo imparato ad avere un'affinità l'uno con l'altro molto forte e quindi in queste scene viene fuori, anche perché c'era questa grande affinità tra di noi.