Sky Inclusion Days - Disparità di genere

16 mag 2023
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Buon pomeriggio. Era il 1980 e Jane Fonda, coraggiosamente, decideva di interpretare e produrre "Dalle 9 alle 5", un film che parlava dei problemi dell'epoca: sul luogo di lavoro, di discriminazioni sessuali, di molestie anche, di disparità di paga, di poche possibilità di fare carriera per le donne. Sono passati quarant'anni, anzi più di quarant'anni ormai, li abbiamo risolti? Questo è l'interrogativo che ci poniamo, anche, un po', oggi. E lo faremo attraverso alcuni numeri che poi commenteremo con importanti ospiti che tra poco mi raggiungeranno sul palco. Allora, "Dalle 9 alle 5" era questo film del 1980. Da allora sappiamo che questa è la situazione nel nostro Paese, oggi. Oggi abbiamo che il 3% delle maggiori società quotate, solo il 3%, ha un amministratore delegato donna, sono il 15% i presidenti di CDA e il 37% di donne nei consigli di amministrazione. Ma sapete perché c'è un numero così alto là? Perché in realtà c'è una legge che lo impone, e questa è la ragione per la quale si è riusciti a far crescere il numero di donne presente all'interno dei CDA. Ma stiamo usando il cinema, non soltanto perché Sky è sinonimo di cinema ma anche perché è un volano straordinario, il cinema, per arrivare davvero a tutti su questi temi. E, quindi, continuiamo parlando sempre di cinema, ma prima voglio farvi questo dato che è un dato abbastanza inquietante: ancora oggi c'è una disparità nel settore privato, perché nel pubblico ovviamente è diverso, perché ci sono dei contratti, sono omologati, ma nel privato c'è ancora una differenza di retribuzione fra uomini e donne del 16,5%. E quando verrà colmato questo divario? Perché ci sono molti studi che lo dimostrano, vi fanno vedere, a seconda del continente in cui una donna nasce e cresce ha diverse opportunità, o meglio non ha diverse opportunità, e cambia a seconda della zona geografica. Noi sappiamo, i Paesi, forse, da questo punto di vista, dove si è lavorato di più sono il Nordamerica e l'Europa, ma anche qui sono necessari ancora 60 anni prima che si arrivi a una vera parità fra uomini e donne. Per non parlare poi di zone come il Sud dell'Asia, dove di anni ne servono quasi 200. Ma allora tutto questo da dove parte? Perché il cinema, ne abbiamo parlato come volano straordinario dei cambiamenti culturali, però dov'è che si forma la coscienza di ognuno di noi? A scuola. E, quindi, questo era un bellissimo e divertente film di Daniele Luchetti che parlava in modo scanzonato e spensierato della scuola, con le vicissitudini di insegnanti e alunni. Ma com'è la nostra scuola? Che tipo di messaggi veicola? Certo, non si può generalizzare, però, secondo me, alcuni esempi recenti degli ultimi anni devono far riflettere, perché quello che vi sto per far vedere non è qualcosa che è successo 50 anni fa. Questo è un sussidiario delle elementari che ti aiuta a capire, insomma, devi associare alla parola quello che è il verbo che fa. Allora: mamma cucina e stira, papà lavora e legge. Sembra quasi incredibile che ancora oggi ci siano degli stereotipi di questo tipo che vengono insegnati alle elementari, come per me alle elementari era normale. Io prima ho, veramente, applaudito Sara Gama, ma a me alle elementari, io mi ricordo, all'epoca, mi dicevano che io non potevo giocare a calcio, che non era uno sport per signorine si diceva. Oggi, per fortuna, una cosa del genere sarebbe altamente sconveniente da dire, però tanti pregiudizi resistono, anche perché quella che, secondo me, è la madre di tutti i pregiudizi è questa. E questo, addirittura, è un libro di storia delle medie che dice, allora: "anche nella seconda metà del 900 la vita media ha continuato a crescere, ma le nascite sono progressivamente diminuite, fino a far parlare di culle vuote. Ciò ha bloccato la crescita della popolazione. Una delle cause principali della caduta delle nascite è stato il cambiamento della condizione delle donne; avendo conquistato un crescente accesso all'istruzione e al lavoro, esse incontrano oggi difficoltà -perché solo loro devono conciliare, no?- nel conciliare gli impegni extra-familiari con la cura di molti figli, il cui numero si è quindi in media ridotto". Quindi, si fanno meno figli, insegniamo ai nostri scolari a scuola, per due motivi: perché le donne studiano e poi vanno a lavorare. Terribile, eppure questo è quello si dice. Poi, andiamo a vedere i dati. Non so voi ma io, avendo fatto per tanti anni la giornalista economica, io mi affido sempre ai numeri, che è vero che se torturati confessano qualsiasi cosa, ma se guardati in modo oggettivo in realtà ci aiutano a capire. E allora, proviamo a vedere. Allora, da quando le donne lavorano si fanno meno figli. Su quest'asse il tasso di natalità, quindi il numero di figli per donna, su quest'altro il tasso di occupazione femminile: non vi sfuggirà che la nostra povera Italia è bassissima sia come natalità che come tasso di occupazione femminile. Lassù, invece, guardate che ammucchiata che c'è, di Paesi dove vedete che più c'è occupazione femminile e anche più c'è il legame con il numero di figli fatti. È curioso che ci sia Reykjavik e l'Islanda lassù, non so perché, però ve lo evidenziavo perché è un dato curioso. Allora, da quando le donne lavorano si fanno meno figli: anche qua, la correlazione tra il tasso di natalità è un'altra cosa, perché se in quella pagina di sussidiario si parlava del fatto che le donne non riescono a conciliare -e, ripeto, dovrebbero essere uomini e donne che non riescono a conciliare, non soltanto le donne- non riescono a conciliare tra quello che devono fare a casa e quello che devono fare invece al lavoro. Ma non dovrebbe esserci un welfare che aiuta le famiglie? Una rete di...Sapete che in Italia addirittura un bimbo su quattro ha un posto in un asilo nido, parliamo ovviamente di pubblici, perché poi c'è anche il tema, ovviamente, di quello che costa, poi, magari, avere una baby-sitter e quindi siccome la donna guadagna meno è meglio che sta a casa lei. Allora, in questo si vede chiaramente che più c'è spesa per famiglia -in Italia siamo sempre il fanalino eh- più c'è spesa per famiglia e più figli si fanno. Danimarca e Svezia hanno un tasso che arriva quasi a 2 figli per donna e sono, per la spesa per famiglia, quelli che hanno la spesa più alta. E, quindi, è ovvio che se non c'è un investimento serio su questo non si può. Allora, voi dite: perchè ci stai facendo vedere questo? Perché la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è fondamentale, e io ve la voglio raccontare attraverso questo film. Non so, quanti di voi l'hanno visto? Tanti, no? Quindi sapete di cosa parla. Parla di un fatto realmente accaduto: di quando, nel 2008, una reazione a catena innescata dal fallimento di Lehman Brothers, la banca d'affari, si arrivò per la prima volta vicini al Meltdown dell'economia mondiale. E a dirlo non è un attivista di Occupy Wall Street, usò queste esatte parole Ben Bernanke, l'allora Governatore della Federal Reserve, disse: siamo andati tanto così sull'orlo della distruzione dell'intero impianto economico perché venne meno la fiducia. L'intero impianto economico-finanziario mondiale. Sapete che cos'ha, come caratteristica, questo settore degli Investment Bankers americani? Che il 76,2% sono uomini. Con questo non voglio dire che gli uomini lavorino peggio delle donne, voglio dire che se il pensiero è unico un danno ci sarà per forza. Perché in questo settore dove si è rischiato così tanto, in modo spericolato, fregandosene delle conseguenze, ha portato poi a quella che abbiamo rischiato essere una seconda grande depressione. Insomma, fatemelo chiudere con una battuta: forse, forse, se i Lehman Brothers fossero state le Lehman Sisters, forse le cose sarebbero andate in modo un po' diverso, non lo so. Allora, adesso qui c'è una piccolissima nota personale. Giuro, brevissima, perché poi io non amo parlare di me ma...Allora, questo è uno dei film che a me ha ispirato di più nella vita, in assoluto: "Tutti gli uomini del presidente". Io l'ho visto e ho detto: voglio fare quello. Voglio fare quello, infatti ho iniziato prestissimo a fare la giornalista. Un film meraviglioso, una storia pazzesca, lo sapete benissimo, lo scandalo del Watergate con tutto quello che comportò, è veramente un film aspirazionale sul giornalismo. Cioè, quello, dici, è il giornalismo vero, il giornalismo che non ha paura di sfidare il potere, che va fino in fondo, che davvero influisce e aiuta le persone a formarsi una coscienza e mette anche alla berlina quello che è il potere quando è corrotto. E così l'ho visto quando ero bambina, non ho fatto una piega. Poi, crescendo, ho iniziato a rendermi conto di una cosa, perché l'ho visto fino a consumarlo, ovviamente, no? Allora, questa è una scena tipica di quel film. Cosa notate? Tutti uomini: il direttore è un uomo, i due redattori sono uomini, il caporedattore appoggiato alla scrivania è un uomo. Cioè, che fossero figure apicali o che fossero anche i redattori che andavano in giro erano tutti uomini. Tutti uomini. E, anche qui, sono cambiate le cose? Guardiamo i numeri. In Italia il 14% dei quotidiani è diretto da donne, il 14%. Cioè, stiamo messi peggio, in Italia, nelle figure apicali del giornalismo che non tra i bankers in America. Ed è ovvio che il pensiero, in questo caso, e si va sempre in una direzione ma perchè tutti noi, istintivamente, abbiamo un bias, un pregiudizio che ci porta a scegliere e a fare le cose in un certo modo, che ci somigliano di più a quello che siamo noi. Ma è una cosa assolutamente istintiva e naturale. E questo, invece, è un altro film, perchè, come detto, vi volevo raccontare la disparità di genere proprio attraverso il cinema. Questo è un film meraviglioso, se non l'avete visto vedetelo, c'è su Sky ovviamente. Ma è veramente fantastico, nel senso che è un film, forse nessuno lo sa, se non ha visto questo film, io per esempio non lo sapevo prima, dico tutta la mia ignoranza, cioè se l'uomo è andato sulla luna è perchè tre donne afroamericane hanno partecipato e hanno aiutato l'elaborazione di calcoli complicatissimi che permettevano l'allunaggio. Sono state loro, sono state cruciali, fondamentali. E nel film si racconta molto bene come, addirittura, la discriminazione fosse talmente forte che non solo, ovviamente, andavano nel bagno delle donne, ma solo potevano andare nel bagno delle donne di colore. Quindi, la cosa che colpisce è che c'è una di loro che, poveretta, ogni volta che deve andare in bagno, siccome ce n'era solo uno a tre quarti d'ora da ove lavorava...un'ora e mezza per poter andare in bagno. Non si sono arrese, hanno portato avanti il loro messaggio e l'uomo è andato sulla luna. E oggi, per fortuna, grazie anche al cinema, si ricorda la loro meravigliosa storia. Però, anche qui, io, sempre, voglio portarvi dei numeri. Oggi i laureati, beh ovviamente loro erano tre ingegnere, esperte di fisica, matematica o altro, e oggi siamo a una percentuale del 60% dei laureati che sono un uomini, e le donne ancora troppo poche lo scelgono. Vedete, i due terzi, poi, in particolare, dell'ICT, sono due terzi uomini. Ancora un numero, questo permettetemelo, però le donne hanno una media di voti di laurea più alta, non tantissimo però c'è. E poi, ancora, il tasso di occupazione, e questo la dice lunga su come, però, alla fine, nonostante tutto, la discriminazione ancora c'è, perché praticamente, va beh il tasso di occupazione è altissimo, quindi chi ha figli, almeno, non so voi ma io ho provato fin da piccoli a cercare di fargli fare gli ingegneri, non ci pensan proprio, però il tasso di occupazione è straordinario, è stratosferico ma è maggiore per gli uomini ma, soprattutto, è questo il dato più brutto: la prima retribuzione è di 200 euro più alta, in media, per gli uomini che per le donne. Questo dà la misura e il senso del fatto che c'è un tema di discriminazione tuttora latente, che sia incosciente, che siano i famosi unconscious bias, quello che è, ma la situazione è ancora questa e non possiamo far finta di niente. Questa invece, mi piace raccontare questa storia, è l'unica slide su Sky, però ci tenevo a metterla a fattor comune con voi. Noi, nel 2019, i primi riporti, sapete, sarebbe il team leadership, i primi riporti del nostro amministratore delegato erano il 15%. Oggi, i primi riporti donna di Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky, sono il 54%. Sono più uomini che donne, che non vuol dire che devono essere tante tante donne, no, vuol dire che ci deve essere diversità, perchè la diversità è un patrimonio. Se un consiglio d'amministrazione, se un leadership team è fatto solo da uomini di mezza età con le camicie azzurre e i pantaloni scuri e i mocassini, ma quale soluzione out-of-the-box ti possono portar fuori? È la commistione, è la mescolanza, vedo che alcune colleghe sono d'accordo, è la diversità che porta davvero a un pensiero nuovo, creativo, soprattutto se nel lavoro che fate c'è una componente creativa, ascoltate chi è più diverso da voi perché è un patrimonio inestimabile. Chiudo su questo, perché, dici: cosa c'entrano adesso gli ammutinati del Bounty? No, perché è un piccolo messaggio di...lo sapete qual è il primo posto al mondo dove è stato dato il diritto di voto alle donne? È stato l'isola dove si rifugiarono, l'isola della Polinesia dove si rifugiarono gli ammutinati del Bounty, perché non fecero mai più ritorno, si stabilirono sull'isola, si sposarono con le indigene e diedero vita a una comunità dove uomini e donne avevano parità di diritti e, in particolare, l'accesso al voto. Allora, nonostante alcuni numeri negativi che vi ho fatto vedere, possiamo dire però una cosa? Che se il primo posto al mondo dove si è dato il diritto di voto alle donne era un'isola nata dall'approdo di un gruppo di indisciplinati marinai ubriaconi inglesi, c'è davvero speranza, non ci si può perdere, no? Grazie.

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