Stop alle centrali a carbone nella prima parte degli anni 30 non oltre il 2035 e su questo punto i Ministri di Clima, Ambiente ed Energia riuniti a Torino per il G7 ministeriale hanno trovato un'intesa che dovrebbe essere confermata nelle prossime ore. "È un'ipotesi che è stata prevista, c'è un accordo tecnico in merito, però ci stiamo lavorando sotto l'aspetto politico." Un passo avanti inatteso per un vertice che ripartiva dalle decisioni dell'ultima conferenza sul clima di Dubai, la COP 28, dove tutti i Paesi avevano sottoscritto la fuoriuscita dalle fonti fossili, adesso si aggiunge un altro tassello che riguarda il più sporco tra i combustibili, il carbone. "È una buona notizia perché tra i Paesi del G7 ci sono due Paesi che hanno per motivi diversi problemi con il carbone, in particolare il Giappone che è abbastanza refrattario a ... l'uso del carbone quindi vuol dire che evidentemente hanno condiviso questa posizione, ed è una buona notizia, e poi anche la Germania che aveva come deadline il 2038 e so che stavano lavorando per il 2030 però col fatto che lo abbiano sottoscritto è sicuramente una buona notizia." Nessuna indiscrezione per il momento sul nucleare, in cima all'agenda politica del nostro Paese ma secondario rispetto alla spinta sulle rinnovabili che arriva dal contesto politico ed economico internazionale. Quello della Reggia di Venaria è al momento il G7 ministeriale più partecipato con 32 delegazioni, ci sono i rappresentanti di alcuni Paesi africani e c'è la presidenza della prossima COP, la numero 29, che si terrà in Azerbaijan a fine anno. Al centro delle discussioni ci sarà la finanza climatica, i soldi da destinare ai Paesi più vulnerabili. Per vedere cosa verrà fuori su questo punto bisognerà attendere la conferenza stampa finale che chiuderà il vertice di Torino.