A poche ore dall'inizio della Cop28 di Dubai, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, arriva un'indiscrezione che rischia di minare la credibilità del vertice. La BBC ha svelato, infatti, documenti con cui gli Emirati Arabi starebbero sfruttando il loro ruolo di Paese ospitante per fare nuovi accordi sul petrolio con altre 15 nazioni. Il tema sarebbe all'ordine del giorno di una serie di incontri della conferenza che, in teoria, dovrebbe affrontare il nodo di come dire addio ai combustibili fossili, responsabili della crisi climatica. Nei documenti si parla, ad esempio, di come proporre a Egitto e Germania lo sviluppo di nuovi progetti sul petrolio e gas. È il tanto temuto conflitto di interessi che si manifesta in maniera dirompente alla vigilia del vertice a cui parteciperanno leader da tutto il mondo, compreso Papa Francesco. Al centro di questo conflitto c'è Al Jaber, il presidente della Cop28 che è allo stesso tempo a capo dell'azienda petrolifera di Stato. Gli organizzatori non negano che negli incontri si parli anche di business, e sottolineano come si tratti di riunioni private. I negoziati, insomma, partono ancora di più in salita, anche se c'è chi da una lettura positiva di quanto sta accadendo. È Christiana Figueres, già presidente di una Cop, una delle artefici dell'accordo di Parigi. Un po' come accaduto con il Dieselgate di Volkswagen, dice, questo scandalo potrebbe avere un effetto benefico. Potrebbe aumentare la trasparenza del processo.