Visitare l'oasi del WWF Val di Rose nella piana fiorentina è come fare un viaggio a ritroso nel tempo. La natura si è ripresa il suo spazio, oggi popolato da uccelli migratori e varie specie di anfibi. "Quest'oasi è un esempio, veramente importante, di come si fanno i ripristini ambientali in una pianura, apparentemente devastata dall'urbanizzazione. Siamo nel decennio dell'ONU dei ripristini ambientali. Ecco qui ci siamo rimboccati le maniche come WWF, dal nulla abbiamo creato questi paradisi naturali". L'urgenza di salvare la popolazione anfibia che nidificava nel luogo dove è stato costruito il polo Universitario, ha dato la spinta al progetto "L'oasi Val di Rose, unica in Italia nata dalla collaborazione fra un Ateneo e il WWF, nasce nel 1996 quando ci si cominciò ad occupare del trasferimento dell'area scientifica nel campus che abbiamo alle nostre spalle". "Considerate che noi abbiamo fatto, per mesi, il lavoro di andare a prendere i girini, gli anfibi, tutti i tritoni, rospi smeraldini, raganelle, rane che trovavamo là mentre scavavano, mentre passavo i camion, mentre c'erano gli operai che lavoravano, che ci prendevano anche in giro, quello va bene, ci stava, noi si andava e si portavano qui gli animali". Ma l'oasi è nuovamente minacciata dai piani di sviluppo dell'aeroporto di Firenze, di cui si parla da decenni. "La posizione del Comune di Sesto è chiara ormai da tanti anni. Siamo assolutamente contro a ogni forma di espansione dell'aeroporto di Peretola, per salvaguardare quelle che sono le aree naturali protette". Per questi animali, insomma, c'è il rischio di un nuovo sfratto, ma un trasferimento sarebbe comunque il male minore rispetto ad un paesaggio di solo cemento.