Il sistema è in pericolo e il mondo si avvicina a punti di non ritorno irreversibili. Il WWF diffonde il Living Planet Report 2024, il rapporto biennale sulla salute della biodiversità globale e i dati che ne emergono fotografano una situazione sull'orlo della catastrofe. Negli ultimi 50 anni la dimensione media delle popolazioni animali si è ridotta del 73%, le popolazioni di acqua dolce hanno subito il calo più significativo seguite dalle popolazioni terrestri e marine. A livello regionale i cali più repentini sono stati registrati in America Latina e nei Caraibi seguiti da Africa, Asia e Pacifico, il decremento è stato meno drammatico in Europa, Asia Centrale e Nord America, ma soltanto perché in queste regioni gli impatti sulla natura erano già evidenti prima del 1970 e per questo alcune popolazioni si sono stabilizzate o sono aumentate grazie agli sforzi di conservazione e alla reintroduzione di specie. Ma cosa minaccia la biodiversità? In primis il degrado e la perdita degli habitat causati dal nostro sistema alimentare, ma anche il sovrasfruttamento, la diffusione di specie invasive e patologie, il cambiamento climatico e l'inquinamento. La direttrice generale del WWF Italia Alessandra Prampolini sottolinea: "Le decisioni e le azioni dei prossimi cinque anni segneranno il futuro della nostra vita, la parola chiave è trasformazione, dobbiamo cambiare il modo in cui tuteliamo la natura, trasformare il sistema energetico, il sistema alimentare e il sistema finanziario indirizzandolo verso investimenti più equi e inclusivi. La conferenza sulla biodiversità di fine ottobre e quella sul clima a novembre saranno occasioni preziose per cercare di invertire la rotta.