Il coronavirus, l'unità dell'Europa, il problema della terra maltrattata, che si ribella agli abusi degli uomini. Papa Francesco parla sia nella messa mattutina che nell'udienza generale, ancora una volta senza fedeli, dei temi che vengono coinvolti dal modo con cui si affronta la pandemia. E nell'imminenza di giorni cruciali per le decisioni che verranno prese per il continente, chiede di ritornare agli ideali, dei fondatori. Questo tempo nel quale è necessaria tanta unità, fra noi, fra le nazioni, preghiamo oggi per l’Europa, perché l'Europa riesca ad avere questa unità. Queste unità fraterna che hanno sognato i Padri fondatori dell'Unione europea. È il giorno in cui si celebra la cinquantesima giornata della terra e all'udienza Francesco parla di come l’uomo la stia brutalmente maltrattando in un frangente così difficile come quello del coronavirus. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili, possiamo vincere le sfide globali. “A causa dell'egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”, accusa “e basta guardare la realtà, con sincerità, per vedere quanto sia grave la distruzione della nostra casa comune”. L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Per questo si sono formati i vari movimenti internazionali e locali, per risvegliare le coscienze. Movimenti che il Papa dice di apprezzare sinceramente, perché non c'è futuro se distruggiamo l'ambiente che ci sostiene. E quando vediamo le tragedie naturali, capiamo che sono la risposta della terra al suo maltrattamento. Bergoglio auspica la nascita di un movimento dal basso per poter porre fine a tutto questo. “Smettiamo di distruggere l'opera creata dal Signore” implora “è cosa sacra”.