Sempre più sottili e in forte arretramento. Quasi tutti su tutto l'arco alpino e con impatti rilevanti sulla biodiversità. È il bilancio allarmante descritto dal Quinto Report di "Carovana dei ghiacciai" di Legambiente redatto in collaborazione con il Comitato Glaciologico e con la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi. La crisi climatica avanza e con essa anche i cambiamenti che avvengono non soltanto in alta quota ma anche nei territori più a valle. Per questo oggi chiediamo con urgenza un piano di adattamento serio a livello nazionale, regionale ma anche a livello di valle per capire come adattarsi a questi effetti di crisi climatica in atto. E poi avanziamo 12 proposte sulla road map europea sui ghiacciai perché l'anno prossimo sarà l'anno internazionale dei ghiacciai e dobbiamo farci trovare pronti con politiche unitarie". Ghiacciaio simbolo del 2024 è quello dell'Adamello, il più grande d'Italia, tra Lombardia e Trentino, che nel 2024 registra una perdita di spessore nel settore frontale di 3 metri ed effetti della fusione fino a 3.100 metri di quota. La crisi climatica ha accelerato il passo. Caldo record e zero termico in quota hanno annullato i benefici della neve primaverile e i 146 eventi meteo estremi hanno reso fragile la montagna. La fusione in quota impatta su flora e fauna più a valle. La diminuzione del cibo è disastrosa per i camosci soprattutto a giugno quando le femmine allattano. La mancata corrispondenza tra clima e muta stagionale espone lepre variabile, ermellino e pernice bianca a maggiore visibilità: più difficile cercare cibo e fuggire dai predatori. E sarà sempre peggio se non invertiamo la tendenza. Secondo uno studio di Science se nei prossimi 100 anni la temperatura si alzerà di 3° la vegetazione si sposterà di 600 metri verso l'alto. Non solo per gli scienziati è facile immaginare le conseguenze.