Quello appena trascorso non è stato soltanto il settembre più caldo mai registrato, lo è stato con un margine straordinario di differenza rispetto agli anni passati. E con dei dati che mettono sempre di più il 2023 sulla traiettoria per diventare l'anno più caldo mai registrato. A dirlo è Copernicus, l'osservatorio europeo sui cambiamenti climatici. Il record precedente spettava al settembre del 2020 ed è stato superato Con un sorprendente mezzo grado di differenza. Se guardiamo la temperatura media sulla superficie terrestre quello del mese scorso è stata di 16,38 gradi. Per Copernico si tratta di un'anomalia senza precedenti. Contribuiscono certo anche fenomeni naturali, come El Nino, ma la responsabilità principale dell'aumento delle temperature è dovuto all'utilizzo dei combustibili fossili da parte dell'uomo. Un'origine quella umana su cui la scienza non ha più dubbi come ha ricordato da pochissimo anche Papa Francesco nella sua nuova esortazione Apostolica. L'aumento delle temperature porta così a fenomeni estremi sempre più frequenti e sempre più estremi. Le ultime ore ci mostrano ad esempio le devastazioni del tifone Koinu a Taiwan. La situazione più grave però è nel Nord Est dell'India, nello stato del Sikkim, dove l'inondazione causata dallo straripamento del lago Lhonak ha provocato più di 10 vittime e oltre 100 dispersi. Da un continente all'altro negli Stati Uniti a Phoenix, Arizona, si segnala la stagione dei Monsoni più secca mai registrata. Dal Brasile arrivano e poi le immagini di una parte dell' Amazzonia devastata dalla siccità. Il tutto mentre, come ricorda Copernicus, ci avviamo a superare il superamento di un grado e mezzo di riscaldamento globale rispetto ai livelli preindustriali. La soglia fissata dall'accordo di Parigi, oltre la quale le conseguenze saranno ancora peggiori.