La transizione energetica è un tema per tutte le aziende, alcune la applicano, altre la pensano. La multinazionale Baker Hughes in Italia progetta e costruisce turbine e compressori per il mercato dell'energia. A Firenze nello stabilimento del Nuovo Pignone si fa anche ricerca e sviluppo sull'idrogeno, un ottimo vettore da un punto di vista ambientale. In combustione non emette CO2 ma è difficile da trattare e infragilisce i metalli. "Noi abbiamo una grande esperienza sull'idrogeno. Il nostro primo compressore di idrogeno risale a oltre 100 anni fa ed è stato sviluppato interamente con tecnologie, diciamo, prodotte nel nostro paese. Oggi abbiamo oltre 2.000 compressori di idrogeno operanti intorno al mondo. Noi oggi siamo in grado di mettere a disposizione queste tecnologie ma la domanda di idrogeno è ancora abbastanza bassa." Ed è bassa perché regolata dal mercato che fino ad oggi ha goduto di una enorme quantità di combustibili a poco prezzo. Per arrivare alla decarbonizzazione si lavora su un portafoglio di nuove tecnologie. "Alcune che sono relative alla cattura della CO2 alla post combustione delle turbine a gas, la seconda con l'utilizzo di combustibili nuovi, vedi idrogeno. Una gestione complessiva dei piani di abbattimento per i nostri clienti che si chiama emission management e, come ultima, l'utilizzo di una tecnologia per la generazione di potenza che utilizza il gas naturale bruciato direttamente con l'ossigeno per avere una gestione del gas combusto molto più facile." Sappiamo che il gas naturale è un combustibile fossile e che il suo impatto sull'ambiente non è nullo. Alla Baker Hughes sono convinti che anche nei prossimi decenni, comunque, non se ne potrà fare a meno. "La domanda di energia nel mondo continua a crescere e questa domanda deve essere soddisfatta. Tra le fonti attualmente disponibili il gas naturale è una di quelle il cui impatto sulla produzione di anidride carbonica è minore." In particolare se lo confrontiamo al carbone o ai prodotti petroliferi.