L'acqua porta via il terreno libero ma non quello imbrigliato dalle radici. L'esperimento dimostra quanto siano importanti le piante, gli alberi soprattutto, per evitare frane e smottamenti dopo piogge forti e continue. È solo uno dei laboratori dedicati ai bambini in questa edizione zero di "Un grado e mezzo", festival su clima e ambiente. "Un grado e mezzo è il limite di temperatura che non si deve superare a fine secolo, rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro vivibile come specie umana su questo pianeta". Due giorni di conferenze, dibattiti e laboratori, qui a Torino, per comprendere le conseguenze drammatiche del cambiamento climatico. Conseguenze che già stiamo vivendo in questa estate siccitosa, con il Po secco e sofferente emblema di una crisi idrica mai così acuta nel mese di giugno. "È una fotografia che ci rimane impressa, una magra incredibile del fiume Po. Anche nel 2017 abbiamo avuto un'importante siccità che ha causato peraltro danni importanti all'agricoltura ed è quelli che ci aspettiamo anche in questo caso. Abbiamo carenza di acqua da questo inverno, quindi non è una vera e propria emergenza perché lo sapevamo, lo avevamo detto e agire adesso in maniera emergenziale è un po' una cecità, bisognava fare qualche cosa prima a livello più strutturale". "Abbiamo avuto un inverno sulle Alpi molto avaro di neve, circa il 30% delle precipitazioni che dovrebbero cadere mediamente sulle Alpi e quindi adesso il rapporto che deriverebbe dalla fusione della neve è venuto meno". "Usciamo e andiamo a vedere cosa sta succedendo. Parliamo dei ghiacciai che fondono, andiamo in montagna, guardiamo quello che sta succedendo, facciamo nostro il cambiamento, cerchiamo di interiorizzarlo perché credo che alla fine sia l'unico modo per prendersi a cuore un problema e quindi essere spinti a fare qualche cosa".