Unconvention, Bcg Italia e WWF insieme per la biodiversità

14 ott 2022
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3 giorni, 2 panel, 700 persone. Sono alcuni dei numeri di Unconvention, l'evento di Boston Consulting Group Italia e WWF Italia, dedicato alla tutela della biodiversità e alla transizione ecologica. Una delle principali società di consulenza strategica al mondo, ha portato a Orbetello i suoi dipendenti. L'obiettivo coinvolgerli in un imponente piano di recupero della prima oasi italiana del WWF, nell'area della riserva naturale di Orbetello e del lago di Burano. "Dopo due anni di pandemia, finalmente, riusciamo ad incontrarci, riusciamo a vederci, riusciamo a stare assieme, per conoscerci meglio, oltre il lavoro, come delle persone. Perché la vera magia di BCG parte quando riusciamo a mettere assieme i migliori talenti che però condividono valori, visione, la loro visione del futuro, cosa pensano di fare per il domani. E per celebrare questo non bastava una convention, è per questo che ci siamo inventati una Unconvention". Un team building che fa bene al team e fa bene all'ambiente, arricchito da due momenti di discussione sulla sfida più importante che dobbiamo affrontare: la crisi climatica. Il primo di questi appuntamenti ha avuto come protagonisti personalità che hanno messo l'attivismo al centro della loro azione. Attivismo che serve, ad esempio, a tutelare le risorse naturali. "Siete un Paese meraviglioso, dovete tornare indietro, dovete tornare alla agricoltura tradizionale, via dell'agricoltura che sta distruggendo il 70% delle risorse idriche. Dobbiamo portare avanti una agricoltura che si prenda cura della terra e per me l'azione climatica più importante è l'azione che possa ringiovanire la capacità della terra di guarirci, di nutrirci e di crescere più cibo, di far crescere più cibo facendo guarire il pianeta, così misureremo la salute del pianeta, misureremo la salute, la qualità nutrizionale della biodiversità". Vandana Shiva, storica attivista e scienziata indiana, si batte da una vita per la tutela della diversità biologica. L'amore per l'Oceano ha portato invece il regista Ali Tabrizi a indagare sui problemi legati allo sfruttamento delle risorse ittiche. Ne è nato il documentario Seaspiracy dedicato a quello che lui stesso chiama il sistema Blu. "Ho fatto ricerca per i miei film, pensa che se distruggiamo semplicemente un 1% del sistema Blu, ad esempio, non so, le alghe ma anche le mangrovie, solo un 1% di distruzione vuol dire 97 miliardi di automobili che emettono CO2. Immaginate appunto qui il Mediterraneo, questo 1% ha un effetto enorme, perché queste piante sono efficientissime e anche molto efficaci nell'intrappolare, bloccare CO2". Lottare per la difesa della terra come Vandana Shiva e per la difesa dei mari come Ali Tabrizi. Ma c'è anche chi a questa lotta ha associato quella per la sua comunità come l'ecuadoriana Nina Gualinga: "Visto qualcosa in tv, al telegiornale e ho scelto di parlarne, anche se penso che sia molto nobile, importante, che tutti debbano farlo, ma per me non è stato così, io non ho avuto scelta e molti giovani, bambini, donne, uomini della mia comunità o di altre comunità, non hanno scelta. Quando la tua vita è minacciata, quando la tua esistenza come comunità è minacciata, devi stare in piedi e difenderti". Difesa della biodiversità e transizione, passano anche dalle scelte fatte a tavola. "Ma io penso che dovremmo pensare di più e dovremmo connetterci di più all'origine del cibo che scegliamo di mangiare, perché questo significa sapere di più e iniziare a raccogliere più informazioni. Penso che questo possa veramente cambiare per sempre la nostra mentalità". Un'importanza quella delle scelte fatte a tavola che vale anche quando si parla di alta cucina. "Si può vivere un'esperienza e quindi giustificare che stiamo consumando per qualcosa di buono. Però si può anche consumare per una questione di semplice nutrizione, quindi presentarsi in una bottega, prendere quello che ci va, degli ingredienti che sono esposti e noi in quel momento abbiamo un atteggiamento che se non è consapevole comincia a generare una domanda, che a sua volta genera un'offerta". "Abbiamo scelto questo posto perché, innanzitutto è un posto meraviglioso e poi ci permette di riconnetterci, stare insieme, fare delle attività meravigliose insieme, creare qualcosa e stare anche a contatto con la natura, quindi un momento veramente importante che ci permette di aiutare anche il pianeta". "Le attività che vengono fatte sono quelle che noi facciamo quotidianamente, solo che loro essendo tantissimi hanno velocizzato il nostro lavoro, quindi quello che noi dovevamo fare, forse in 5 anni, 4 anni, lo facciamo in pochi giorni esattamente in un giorno. Sono circa 14 le attività tutte in contemporanea, tutte che valorizzano l'oasi e la conservazione dell'oasi". Qui nascono le oasi WWF, in questo hotspot di biodiversità. La riserva naturale di Orbetello e del lago di Burano mostra tutto il fascino che solo le zone umide sanno dare. Le zone umide, cioè quelle dove la terra incontra l'acqua, rappresentano una delle tipologie di habitat più importanti per la conservazione la biodiversità. Più di 100 specie di uccelli a rischio di estinzione dipendono dalle zone umide. Ci sono tantissimi uccelli che vivono qui, altri usano questa riserva come una sorta di hotel quando fanno le migrazioni. E agli uccelli serve ad esempio questa isola artificiale costruita durante Unconvention. L'isola è stata assemblata e verrà naturalizzata, cioè ricoperta da un tessuto non tessuto, sabbia e conchiglie, diventerà un luogo dove gli uccelli potranno nidificare. "Siamo un bel team, siamo in tanti, coordinandoci è stato anche abbastanza semplice e veloce, quindi è stato piacevole dare un contributo, alla fine, dedicando 3-4 ore del nostro tempo a questa attività". "Pensavo fosse più facile in realtà, però ci siamo divertiti, ci siamo ingegnati abbiamo utilizzato anche un po' di tecniche che usiamo in azienda, quindi ci siamo divisi in team, ci siamo spartiti i compiti, è stata una bellissima esperienza poi, ci siamo divertiti tantissimo". Dalla casa degli uccelli a quella delle farfalle. "Ci stiamo occupando del giardino delle farfalle, abbiamo pulito un pochino da erbacce e piante infestanti e ne stiamo mettendo a terra delle altre. Ho appena imparato a mettere a terra una pianta. Devo dire che, anche questa è una grande opportunità di vedere facce assolutamente nuove che in ufficio non avrei mai incrociato ahimè, e il clima ovviamente, il ritmo è quello della natura quindi rompiamo un po' la frenesia quotidiana e riusciamo a scambiare anche qualche chiacchiera più personale". "Quando siamo arrivati ci hanno detto dovete pulire tutta questa zona molto ampia, abbiamo detto vabbè ma come faremo mai, invece, poi ci siamo subito divisi le attività e siamo riusciti assolutamente a fare tutto, sta venendo molto bene quindi siamo contenti. È una bellissima attività e nel mentre, ovviamente, stiamo facendo anche tanta conoscenza di colleghi che nell'ultimo periodo, con lo smart working e il fatto che non ci si vede in ufficio, riesci a conoscere, riesci a scambiare un po' di parole, anche personali". Un'altra squadra invece si è occupata della costruzione del pontile. "Prima ce n'era uno vecchio e noi ne stiamo costruendo uno nuovo, lo stiamo facendo bello ma funzionale". "Grande entusiasmo, i ragazzi si stanno divertendo e ci stanno mettendo anche tanto impegno". "Dopo milioni di slide fatte nel nostro lavoro, oggi ho avvitato le mie prime viti, un'esperienza incredibile". "Un team unico, guarda lavoriamo come se fossimo una unica macchina. Ci sono dei colleghi con cui ho lavorato su diversi progetti, altri che li vedo per la prima volta, ma è come se fossero una famiglia che ci siamo visti dal giorno uno e siamo stati super uniti". E tra le attività anche la pulizia della spiaggia. "Dopo due anni di pandemia sentivamo il bisogno di trovarci assieme, ma come sempre, nella nostra storia, abbiamo voluto coniugarlo con l'impegno sociale. Con il supporto del WWF abbiamo deciso di fare una serie di attività per restaurare delle infrastrutture e tutelare la biodiversità". Di biodiversità e crisi climatica si è parlato poi nel secondo panel a partire dal ruolo della scienza. I dati di Copernicus parlano dell'estate 2022 come una delle più calde mai registrate in Europa. I numeri ci ricordano l'importanza e l'urgenza dell'azione. "Il clima è una proprietà statistica e quindi la media ci dà solo una indicazione vaga. In realtà la media ci dice solo un pezzo molto molto piccolo della storia. Mettetela così, le medie di temperature di cui si parla e come l'indice Standard & Poor's, ti dà un'idea di come vanno le cose, però quando l'indice sale c'è qualcuno che può perdere un sacco di soldi e quando l'indice va giù qualcuno può fare un sacco di soldi. E il clima è uguale. Rispetto alle medie ci sono situazioni locali che possono essere molto diverse perché il clima ha una variabilità incredibile". E poi c'è l'altra faccia della medaglia: la biodiversità. Il rapporto più importante in materia, quello dell'Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services ci dice che la crisi della biodiversità mette a rischio un milione di specie tra piante e animali che rischiano di estinguersi. Specie di cui ci serviamo per il nostro benessere. "La perdita di biodiversità purtroppo è a tutti gli effetti il tallone di Achille di tutte le politiche che si sono messa in moto in questi ultimi anni a tutela del pianeta. Tutte le politiche che sia a livello globale che a livello nazionale stanno un po' cercando di reindirizzare questa macchina che abbiamo avviato e che ci siamo resi conto, ci è sfuggita di mano. È il tallone di Achille perché è qualcosa che non ha raggiunto la popolarità del cambiamento climatico, pur essendo a tutti gli effetti l'altra faccia della medaglia di questa crisi, molto sottovalutata purtroppo". Per cambiare le cose serve la politica certo, ma non solo. Sicuramente le politiche sono importanti, ma il business, i modelli di business sono ancora più importanti. Modelli che vadano al di là del guadagno a breve termine, ma che abbiano una visione. L'Europa ha bisogno della vostra creatività, della vostra intelligenza collettiva. Se facciamo le giuste scelte noi riusciremo ad affrontare le sfide". Di business ha parlato nel suo messaggio il Commissario europeo all'ambiente e anche di business si occupa la practice su Clima e Sostenibilità che ha lanciato BCG. "La practice ha un purpose molto molto specifico che è Unlock the Potential of Those who Protect the Planet ovvero vogliamo sprigionare il potenziale di coloro che vogliono salvare il nostro pianeta. Come lo vogliamo fare? lo vogliamo fare facendo collaborare individui, istituzioni e aziende. In altre parole creando nuovi ecosistemi di collaborazione che creano nuovi modelli di business". Business che deve aiutare a decarbonizzare i settori della nostra economia e della società. Ma come influisce la situazione internazionale in questo processo di transizione? "La situazione internazionale e la crisi energetica non devono essere visti come un rischio o un freno alla transizione ecologica in generale alla decarbonizzazione. Sono esattamente la dimostrazione del fatto che questo modello va promosso, accelerato il prima possibile, un modello che è basato proprio su questa decarbonizzazione. Oggi i costi dell'energia rinnovabile sono inferiori in questo momento per la produzione della elettricità a quelli del gas e del nucleare per esempio e allo stesso tempo riducono la dipendenza dell'economia italiana ed europea da paesi a rischio demografico". Le soluzioni per la strada che porta a emissioni nette zero ci sono già, almeno per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030. Poi, dicono gli esperti, dovremo fare affidamento sulle nuove tecnologie. Dobbiamo capire che tecnologie sono necessarie per arrivare allo zero netto. Come gestire la crisi di sicurezza energetica e climatica. Non c'è una formula magica ma sappiamo che parte della risposta sarà senz'altro l'accumulo di energia a lungo termine, idrogeno verde, carburanti sostenibili per l'aviazione e tecnologie di rimozione dell'anidride carbonica. Queste sono esattamente le tecnologie alle quali stiamo lavorando". Intanto però abbiamo bisogno di un cambiamento profondo. "Qui si tratta di cambiare radicalmente il modo con cui si vede la realtà. Noi economisti abbiamo chiamato esternalità, come se ce ne si potesse occupare successivamente, l'impatto ambientale e sociale dell'attività economica, questo è sbagliato. Il paradigma circolare, vuol dire che non c'è prima l'economia e poi c'è il resto e la teoria economica sviluppata tanti anni fa in Italia che ha perso la battaglia, all'epoca, contro l'economia anglosassone, prevedeva esattamente questo. Cioè gli schemi con i quali voi siete cresciuti, siete stati formati, non sono la verità, sono degli schemi che vi abbiamo insegnato, con il modello estrattivo, con il modello in cui le disuguaglianze sono un effetto secondario. Ecco, il cambiamento profondo che dobbiamo fare". La strada da seguire è quella dell'agenda 2030, tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati da tutti i Paesi c'è anche la protezione e il ripristino degli ecosistemi e quindi la tutela della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici e per percorrere la strada del cambiamento profondo può essere utile anche pensare in maniera non convenzionale, Unconventional.

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