Per sei giorni la città lagunare, fragile e bellissima, si fa simbolo di una nuova alleanza tra ambiente e società. La Venice Climate Week, inaugura alle procuratie, con un intervento dell'economista e autore del libro Planet Acqua, Jeremy Rifkin. L'economia e la governance globale vanno ripensate, spiega Rifkin. L'acqua va messa al centro come bene comune e indicatore della crisi climatica. Occorre un blue deal europeo. Come rispondiamo a questa sfida? "Tutto il ciclo dell'acqua è uno dei fattori che è più sotto osservazione nel cambiamento climatico ed è quello dove probabilmente si intreccia di più la relazione con diciamo la parte socioeconomica perché impatta sull'economia, sull'industria perché l'acqua entra dappertutto." Da Venezia parte un messaggio forte, dobbiamo trasformare la fragilità in forza. "Abbiamo tutte le conoscenze sia scientifiche che tecnologiche, ma anche dal punto di vista economico, finanziario e politico, anche gli strumenti politici per affrontare la situazione. Dobbiamo solo prendere coscienza del fatto che stiamo affrontando un grave problema immediato e quindi dobbiamo prendere delle azioni subitanee e quindi non procrastinare." Per un gruppo di studenti universitari in visita all'isola di San Servolo la settimana del clima è cominciata esplorando Ocean Literacy Sea Beyond, lo spazio dedicato alla divulgazione sull'importanza dell'oceano e l'impatto antropico su di esso. Rivolgendosi agli studenti, Rifkin ha spiegato che dire che il futuro è nelle loro mani non è più un modo di dire. Il ruolo dei giovani della scuola è essenziale, ma la disillusione verso i movimenti per il clima è evidente, a pesare sulla frammentazione, il calo mediatico e la mancanza di risultati concreti. Secondo un'indagine resa nota durante la Venice Climate Week, per il 69% degli italiani il rapporto tra sviluppo economico e sostenibilità è compatibile solo se ben gestito. .