La minaccia è incombente. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, in visita dal Papa, è netto: “Faremo di tutto per arginare il male attorno a noi”. Il Vaticano è uno dei luoghi più controllati, sempre, e in queste feste pasquali entrate nel vivo ancora di più. Saranno giorni impegnativi per le forze dell’ordine e per la nostra intelligence in una Roma che attende decine di migliaia di fedeli che si aggiungono ad altrettante masse di turisti. Ci sono le persone da tutelare e gli obiettivi, 4.000 in tutta la città da quando nel 2015 è scattata la massima allerta terrorismo in tutta Europa. Gli standard di sicurezza sono elevati ai massimi livelli. La questura ha deciso: dalle 19 di giovedì scatterà la Green Zone nel centro dal Colosseo al Vaticano. Divieto di manifestazioni e cortei, di circolazione dei mezzi pesanti, di trasporto di armi ed esplosivi. La DIGOS è a lavoro da giorni per raccogliere informazioni e setacciare tutti gli edifici occupati della Capitale per accertare l’eventuale presenza di personaggi sospetti. Gli uomini dell’antiterrorismo non si rassegnano all’inevitabile e stanno ormai da tempo facendo ogni sforzo per non cedere a quella orribile tentazione di dire “contro questo fenomeno non potremo lottare”. Svolgono costantemente accertamenti, mentre il Ministero dell’interno ha già cacciato, in quasi tre anni, 262 persone sospettate di jihadismo e radicalizzazione, perché l’Italia i potenziali terroristi, comunque criminali, ha deciso di non tenerseli in casa salvando il nostro Paese, almeno finora, anche con la strategia delle espulsioni.